La Nuova Sardegna

L’emergenza

Foreste malate, gli ambientalisti: «Favorevoli a misure drastiche»

di Federico Spano
Foreste malate, gli ambientalisti: «Favorevoli a misure drastiche»

Il delegato del Wwf: «Rischio desertificazione». Italia Nostra: «Tutta l’isola è in pericolo»

22 agosto 2024
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Sassari I boschi della Sardegna sono in pericolo. Dalla Gallura all’Ogliastra querce, lecci e roverelle stanno morendo lentamente. Gli alberi sono stremati dalla grande siccità dell’ultimo anno e da una serie di agenti patogeni. Insetti come i lepidotteri defogliatori o la famigerata phytophthora riescono prendere il sopravvento proprio su piante già indebolite dalla carenza cronica di acqua.

Quirico Migheli, ordinario di Patologia botanica al Dipartimento di Agraria dell’università di Sassari, nei giorni scorsi, sulle pagine della Nuova Sardegna, ha spiegato quale potrebbe essere una soluzione per arginare il problema: «È necessario isolare le zone infette in maniera drastica vietando l'accesso, e consentendolo solo agli addetti ai lavori ma a condizione che, per esempio, vengano disinfettati gli pneumatici dei veicoli e persino le suole delle scarpe. Poi si può utilizzare la lotta biologica selezionando nel terreno “microrganismi buoni” che contrastano la diffusione di questi patogeni».

Antonio Canu, delegato Wwf Italia per la Sardegna, si dice favorevole a misure drastiche in caso di criticità ambientali. «Ma in questo caso siamo di fronte a un’emergenza che va oltre i confini dei territori colpiti - spiega Antonio Canu -. La siccità prolungata sta mettendo a dura prova la vegetazione di più comprensori e l’attacco dei parassiti è solo una naturale conseguenza. La realtà è che se non si prende coscienza realmente del clima che sta cambiando, non avremo più tempo per le soluzioni necessarie. Che restano semplici palliativi». Il rischio desertificazione in Sardegna è alto e fa paura e d è quantomai necessario trovare soluzioni. «Una delle misure urgenti - aggiunge l’esponente del Wwf - è la tutela del territorio naturale. Come Wwf rilanceremo a breve una campagna a favore dei parchi naturali. Non fermano i fenomeni estremi, certo, ma si possono gestire e monitorare alcuni eventi. Anche se resta urgente l’obbligo di uscire da una situazione provocata dalla crisi climatica: se non interveniamo cambierà ecosistemi, paesaggi, le stesse nostre abitudini».

Dello stesso tenore le considerazioni del segretario regionale di Italia Nostra Graziano Bullegas. Che definisce preoccupante l’emergenza dei boschi malati. «Il tentativo di circoscrivere le aree colpite, chiudendole per un po' di tempo, è una delle soluzioni che si possono mettere in campo per aiutare a salvare determinati spazi. Questo vale per i boschi, ma può essere applicato anche ad altri ecosistemi. L'isola, a causa della siccità, sta subendo aggressioni su vari fronti. Noi abbiamo una normativa regionale avanzata sui parchi e sulle foreste, che prevede anche azioni forti per salvaguardare il territorio. Il cambiamento climatico esiste, al di là delle cause che lo stanno scatenando, bisogna solo prenderne atto ed è necessario adattarsi. Oggi vediamo che la vegetazione sta soffrendo per la siccità prolungata, abbiamo avuto altri periodi di grande carenza di pioggia, ma questo è uno dei più lunghi. Anche nel Sulcis Iglesiente si vede chiaramente che la macchia mediterranea sta soffrendo».

Per martedì prossimo è atteso il vertice convocato dall’assessora regionale all’Ambiente Rosanna Laconi con tutti gli enti e i soggetti investiti del compito di affrontare l’emergenza boschi.

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