La Nuova Sardegna

La polemica

«Michele Pais deve vergognarsi, le famiglie vanno aiutate»

di Nicola Nieddu
«Michele Pais deve vergognarsi, le famiglie vanno aiutate»

Ad Alghero è scontro sulle parole dell’ex presidente del consiglio regionale intervenuto sull’accampamento alla Pietraia. L’assessora Salaris: «Una situazione complicata da affrontare con equità»

27 agosto 2024
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Alghero «Michele Pais dovrebbe vergognarsi delle parole dette nei confronti di una famiglia che, non avendo la possibilità di avere una casa, vive all’interno di un camper e di un furgone. Queste sono persone da aiutare».

La risposta più dura alla presa di posizione dell’ex presidente del consiglio regionale - che aveva chiesto di sgomberare lo spiazzo davanti alla scuola e all’asilo di via Corsica dove da anni staziona una famiglia rom con diversi bambini - è arrivata dalla presidente dell’Asce Rom, Irene Baule. «Sia io come presidente dell’Asce Rom che la famiglia in questione ci riserviamo di intervenire più avanti con altri elementi. Quello che posso dire adesso è che Michele Pais, in cinque anni da presidente del consiglio regionale e da coordinatore regionale di un partito, la Lega, che era al governo della città di Alghero, si accorge solo adesso che ci sono famiglie che hanno bisogno di una casa. Pais non ha mai mosso un dito e lo avrebbe potuto fare. Tra l’altro come Asce Rom – prosegue la presidente Baule – abbiamo presentato diverse domande sia al comune che alla Regione tramite Laore per alcuni immobili, ma non abbiamo mai avuto risposta. Se per Pais un camper e un furgone sono una baraccopoli, guardi bene la città che, soprattutto in estate, è invasa da centinaia di camper che sostano da tutte le parti».

L’assessora ai servizi sociali Maria Grazia Salaris sostiene che la situazione «è all’attenzione degli uffici comunali. Dopo l’attivazione di un progetto molto positivo, una decina d’anni fa, per la gran parte delle famiglie che avevano occupato il campo rom dell’Arenosu, a fronte di tante opere di inclusione realizzate negli anni, se ne registrano alcune con serie problematiche. Quella che segnala Pais va affrontata con equità, tenendo conto che si tratta comunque, a pieno titolo, di una famiglia algherese, ed è nostro compito aiutare tutti allo stesso modo – afferma l’assessora – nell’ambito dell’emergenza abitativa che, in realtà turistiche come Alghero, sconta la grandissima difficoltà di trovare case in locazione annuale, a favore di locazioni con finalità turistiche o comunque brevi».

«Occorre subito un vertice con la Regione, le associazioni, i servizi sociali del Comune e il Centro d’ascolto della Diocesi: tutti soggetti che hanno dato vita al progetto di inclusione sociale delle famiglie Rom nel 2014 e che ora possono insieme trovare soluzioni dignitose anche per questa famiglia», sostiene l’ex sindaco Mario Bruno.

«Un progetto che ha visto numerose famiglie rom ritrovare un futuro fuori dal campo, la maggior parte con buoni risultati sotto il profilo dell’inclusione. Altre – ammette Bruno – sono risultate più difficili e oggetto di resistenze di vario genere. Più che suscitare indignazione e rabbia, credo che chi ha responsabilità pubbliche debba trovare soluzioni. Abbiamo fatto come comunità civile un’azione importante sgomberando anni fa un campo Rom che è esistito, nel degrado, per trent’anni. Ora occorre riprendere quel progetto per le poche famiglie che non ce l’hanno fatta, come questa, con il sostegno della comunità e delle realtà più sensibili e organizzate. Coinvolgendo la Regione».

Il progetto voluto dall’allora sindaco Mario Bruno, era diventato una buona prassi nazionale, riconosciuto anche dal rapporto “Migrantes” che, partendo dal modello Alghero, ha stilato una guida in Italia per gli enti locali che vogliono andare oltre i campi rom. Per rappresentare una storia di disagio e di grave difficoltà, Michele Pais aveva usato toni forti. Aveva parlato di situazione indecorosa e denunciato che «vengono negate le elementari condizioni igienico-sanitarie» e posto il problema dello «sfregio di un accampamento in pieno centro» che in realtà esiste da anni.

E poi sulla emergenza abitativa aveva chiesto azioni concrete per costruire case popolari e agevolare locazioni calmierate. «Nessuno deve sentirsi autorizzato a contravvenire alla legge e organizzare accampamenti». E ieri, di fronte alle tante reazioni, l’ex presidente del consiglio ha rispedito al mittente le accuse di insensibilità e razzismo: «Ho solo posto un problema che esiste e nessuno può voltare la faccia dall’altra parte», questa la conclusione.

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