La Nuova Sardegna

Rinnovabili

Eolico pubblico-privato: la proposta di Gavoi

di Francesco Pirisi
Eolico pubblico-privato: la proposta di Gavoi

Il sindaco Salvatore Lai: «Il modello? Il Bim e l’idroelettrico partecipato»

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Gavoi Le aree idonee per gli impianti eolici dovranno essere individuate da Regione, comuni e cittadini. La produzione dell'energia elettrica dovrà portare a una riduzione del costo delle bollette per gli utenti. Così il sindaco di Gavoi, Salvatore Lai, in merito alle scelte sulla transizione energetica, che stanno dividendo l'amministrazione regionale dai sardi, preoccupati che possa risolversi in una giungla di pale eoliche. Proposta che Lai presenterà il 13 settembre a Gavoi, in un incontro tra la stessa governatrice e i sindaci del territorio. Anche perché nella Barbagia di Ollolai sta per tornare in ballo l'affidamento del sistema idrico Gusana-Taloro, dove l'Enel da decenni ha installato una delle su centrali sarde: «Le vecchie convenzioni - ricorda Lai - scadranno nel 2029, se non sono addirittura giá scadute, come ritiene una corrente di pensiero. Quelle che ne prenderanno il posto - aggiunge - credo debbano essere basate su una partnership pubblico-privata. Si dovrà andare oltre il consueto canone di concessione - afferma Lai - per ottenere dei fondi da investire per lo sviluppo del territorio».

Elementi che entreranno nella discussione di venerdì prossimo a Gavoi con Todde, che avrebbe già dato un assenso di massima a che nella partita per il Bim (il Bacino imbrifero montano del Taloro) siano presenti con la Regione i comuni del consorzio. Salvatore Lai la vede come una prova (o un modello) da allargare all'isola per trovare la quadra nel piano per parchi eolici e fotovoltaici. «Anche in questo caso - dice Lai, rivolto alla Regione - si deve superare l'idea che le popolazioni e i loro amministratori si debbano limitare a dare semplici risposte, con l'indicazione delle aree non idonee (come richiesto da Cagliari, ndc). Ma, piuttosto - continua Lai - dovranno essere le istituzioni e i cittadini a discutere e indicare le soluzioni sui siti per gli impianti». Lai nel fare la proposta ha davanti anche i pericoli per la sicurezza, compresa quella dei primi cittadini, che potrebbero essere a rischio. «Si deve anche evitare di essere visti come gli unici coinvolti nelle scelte - rimarca - e sentire dire da qualcuno 'hanno deciso loro'. A maggior ragione sull'aspetto l'attenzione va tenuta alta - avverte Lai - dopo che a Mamoiada e Villacidro sono emersi degli atti d'intimidazione contro altrettanti impianti eolici».

Il lato economico dell'operazione sulla transizione energetica è l'altro aspetto che il sindaco di Gavoi mette al centro. Con un cambio di metodo rispetto a quanto si è andato prospettando sinora: «Non vale né l'idea che gli impianti li si faccia dove vuole l'investitore privato - dice - né che questi possa intascare tutti gli utili dell'attività. Vale invece tutto il contrario, come per la partita dell'idro-elettrico - continua Lai - ossia una compartecipazione alle scelte e ai benefici economici». Per il sindaco barbaricino il modo migliore anche per andare oltre il 'no' sui progetti per le energie rinnovabili che attraversa in lungo e in largo l'isola: «Si deve uscire dalla logica del 'no' a prescindere, per passare a delle scelte condivise. Anche perché - ricorda Lai - la transizione energetica comunque la si deve fare, e va evitato che la facciano altri per noi». La soluzione Lai non la vede neppure nella continuità della condizione attuale: «La Sardegna è la regione con il più alto tasso di produzione di Co2. La transizione energetica non dovrà modificate i connotati della nostra isola, che ha, e deve conservare, i punti di forza nell'integrità del paesaggio e dell'ambiente. Dove si pratica l'agricoltura di qualità e il turismo». 

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