La Nuova Sardegna

Il report

Undici morti sul lavoro in 7 mesi: aumentano le tragedie nell’isola

di Salvatore Santoni
Undici morti sul lavoro in 7 mesi: aumentano le tragedie nell’isola

I dati dell’Osservatorio sicurezza Vega: la situazione peggiora in tutta Italia. Tra le province la peggiore è Oristano

06 settembre 2024
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Sassari La tragedia delle morti sul lavoro continua, anche nell’isola. È questa la sintesi dell’ultimo rapporto stilato dall’Osservatorio sicurezza sul lavoro e ambiente Vega, che nei giorni scorsi ha depositato i dati aggiornati a fine luglio. In sette mesi i numeri sono in crescita rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Una tendenza nazionale che si ritrova, purtroppo, anche nei numeri della Sardegna, che con 11 morti è passata da una classificazione da “bollino” giallo ad arancione. E sul territorio la situazione peggiore si registra nell’Oristanese, che balza nella top teen (nono posto) della classifica delle province “maglia nera”.

La classifica L’incidenza degli infortuni mortali indica il numero di lavoratori deceduti durante l’attività lavorativa in una data area (regione o provincia) ogni milione di occupati presenti nella stessa. Questo indice consente di confrontare il fenomeno infortunistico tra le diverse regioni, pur caratterizzate da una popolazione lavorativa differente. La zonizzazione utilizzata dall’Osservatorio Sicurezza e Ambiente Vega Engineering dipinge il rischio infortunistico nelle regioni italiane secondo una scala di colori. Il bianco viene utilizzato per le regioni con un’incidenza infortunistica inferiore al 75% dell’incidenza media nazionale; il giallo per quelle con valori compresi tra il 75% dell’incidenza media nazionale e il valore medio nazionale; l’arancione per valori compresi tra quello medio nazionale e il 125% dell’incidenza media nazionale; il rosso per valori di incidenza infortunistica superiore al 125% di quella media nazionale. Considerando il periodo gennaio-luglio del 2023 e lo stesso del 2024 emerge che nell’isola la situazione è peggiorata, passando da essere a bollino “giallo” ad “arancione”. È quindi aumentata l’incidenza dei morti sul lavoro rispetto alla media nazionale.

Le province Lo studio redatto dall’Osservatorio Vega mette in fila anche i numeri, estrapolati dalle banche dati dell’Inail, degli infortuni su base provinciale. E anche in questo caso, essendo i dati provinciali quelli che concorrono a formare il dato generale, i numeri dell’isola non sono edificanti. La prima provincia sarda (e anche l’unica marchiata di rosso) è Oristano, che si posiziona al nono posto della classifica nazionale con 2 infortuni mortali su oltre 53mila occupati. Una cifra che si traduce in un coefficiente di 37,6 (è il risultato del numero degli infortuni mortali ogni milione di occupati). A seguire, al quarantesimo posto nazionale, c’è Cagliari con 4 incidenti mortali su oltre 172mila occupati. Numeri che collocano la provincia nella zona da bollino arancione. E ancora, Sassari al sessantesimo posto con 3 morti sul lavoro su oltre 171mila occupati e un coefficiente di 17,5 (bollino giallo). Stesso discorso per Nuoro (bollino giallo) che si attesta in sessantanovesima posizione con un infortunio mortale per oltre 67mila occupati. Chiude il Sud Sardegna, sempre in zona gialla, all’ottantasettesima posizione, con un morto per oltre 110mila occupati.

In Italia Sono 577 le vittime sul lavoro in Italia, delle quali 440 in occasione di lavoro (10 in più rispetto a luglio 2023) e 137 in itinere (8 in più rispetto a luglio 2023). Ancora in Lombardia il maggior numero di vittime in occasione di lavoro (74). Seguono: Emilia-Romagna (49), Lazio (48), Sicilia (39), Campania (38), Piemonte (27), Puglia e Toscana (26), Veneto (23), Trentino-Alto Adige (16), Calabria (12), Abruzzo e Sardegna (11), Umbria (10), Liguria (8), Friuli-Venezia Giulia (7), Marche (6), Basilicata, Molise e Valle d’Aosta (3). Per quanto riguarda i settori più coinvolti, sempre alla fine di luglio di quest’anno, il più elevato numero di denunce totali è arrivato dalle attività manifatturiere (42.782). Seguono costruzioni (21.552), sanità (20.670), trasporto e magazzinaggio (19.461) e commercio (18.925).

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