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La Sardegna del vino può sorridere: «Sarà una grande annata»

di Andrea Sini
La Sardegna del vino può sorridere:  «Sarà una grande annata»

Ancora vendemmia anticipata ma bilancio positivo, cresce la qualità del prodotto

07 settembre 2024
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 Sassari Sempre più precoce, sempre più condizionata dalla siccità invernale e dal caldo estivo, ma ancora una volta interessante dal punto di vista della qualità. La vendemmia 2024 per la Sardegna si è aperta ancora una volta in anticipo e dopo oltre due settimane di raccolta è già possibile fare un primo bilancio. «Ed è un bilancio in generale positivo, anche se chiaramente la raccolta non è ancora terminata – conferma Mariano Murru, direttore tecnico della cantina Argiolas e presidente regionale di Assoenologi –. L’aspetto climatico è stato come sempre fondamentale: il 2024 è stato caratterizzato da un inverno mite, con poche piogge, e anche la primavera ha proseguito col medesimo trend. Questo ha creato un anticipo nell’epoca di germogliamento delle piante, che si è tradotto nella fase successiva in un anticipo dei tempi di raccolta».

La prima buona notizia riguarda la salute delle viti. «Il clima mite ha permesso di avere uve più sane – dice Murru –, non ci sono stati attacchi da parte di agenti crittogamici come peronospera e oidio, e neppure lo sviluppo di insetti indesiderati come la tignola e la cicalina. Questo proprio a causa del caldo. Non dimentichiamo che l’anno scorso, soprattutto nel Nuorese, questo tipo di problemi aveva fatto diminuire la produzione sino al 60%».

C’è poi l’altra variabile fondamentale, ovvero l’acqua. «Per generalizzare al massimo, là dove è stato possibile irrigare, perché le vigne si trovano in zone collegate con gli invasi, o per la presenza di pozzi, la produzione sarà in linea con le attese. Quindi leggermente inferiore per quanto riguarda le quantità, quantificabile intorno al 15%, ma di qualità eccellente. Là dove la siccità ha invece creato grossi problemi, soprattutto nel sud della Sardegna, le piante hanno sofferto in maniera importante e, fatta salva la qualità, sicuramente ci sarà una forte diminuzione della produzione, quantificabile in alcuni casi anche nell’ordine del 50%».

Murru pone ulteriormente l’accento sui microclimi e le enormi differenze tra i vari territori dell’isola nei quali si trovano i vigneti. «Non solo tra una zona e l’altra ci sono differenze sostanziali – spiega l’enologo – ma addirittura in territori limitrofi si raccontano storie completamente differenti. E la differenza la fa la possibilità di irrigare in maniera puntuale e corretta le piante: in caso positivo, come ho detto si ha una buona produzione e un’altissima qualità del prodotto. In caso contrario, le difficoltà sono state enormi. Aggiungo anche che i fortissimi acquazzoni dei giorni scorsi hanno creato grossi problemi nella zona di Oschiri e Bosa, dove si sono registrati danni di rilievo».

Infine una riflessione sulle prospettive. «Quello che preoccupa è la viticoltura del futuro – spiega Mariano Murru –, bisogna capire se sarà ancora possibile andare avanti senza irrigazione. È chiaro che in qualche caso non sarà possibile. Bisogna tenere presente, che vista la persistente siccità invernale, in alcune zone si è iniziato a irrigare già in primavera. Si spera che nel prossimo futuro ci sia la dovuta attenzione a questo settore, magari con nuovi invasi che possano soddisfare le esigenze degli agricoltori di tutta la Sardegna. Tra l’altro dopo due anni di siccità, le piante iniziano a soffrire in maniera forte in qualche caso seccando».

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