Nuoro, Vanna Fois: «Da 40 anni investo nell’arte tra passione e difficoltà»
La Ilisso è un’impresa che fa scuola: nel 1985 la pubblicazione di una collana monografica e poi quella ormai iconica della storia dell’arte in Sardegna
Sassari In mezzo al mare magnum di attività culturali e creative va fatto un distinguo preciso. Tra chi professa cultura nel senso più ampio possibile e a volte con figure e capacità non proprio adeguate; e chi nella ricerca della bellezza ci crede con professionalità e conoscenza.
Tra pochi mesi Ilisso, fondata da Vanna Fois e Sebastiano Congiu, compie 40 anni di attività. Prima casa editrice, poi anche museo, da Nuoro è diventata una istituzione per tutta l’isola. «Sin dagli esordi abbiamo investito sulla cultura ed è quello che ha sempre mosso ogni scelta», spiega Vanna Fois.
Nel 1985 comincia pubblicando «una collana monografica e successivamente quella ormai iconica della storia dell’arte in Sardegna. Abbiamo investito sull’arte attraverso i libri, poi con le mostre. Un binomio vicendevole per andare in profondità. L’investimento nella cultura si è protratto tanto da arrivare a quarant’anni. Eppure il rammarico è non essere riusciti a fare ancora abbastanza».
Esagera Vanna Fois, perché la lunga attività ha permesso a Ilisso di diventare un punto di riferimento. In via Brofferio, a Nuoro, la villa dalle pareti bianche dal 2019 è un museo d’arte tra i più interessanti della Sardegna. Dove si fondono storia e design. Tra le sale della mostra permanente e nel giardino interno spiccano opere uniche di Pinuccio Sciola, Maria Lai e Francesco Ciusa. Il top dell’espressione artistica sarda nell’ultimo secolo. «Forse non ci si sofferma abbastanza sul volano che rappresentano questi ambiti, e su come coinvolgano vari livelli. Non bisogna pensare alla casa editrice o al museo come luogo dove operano solo certi profili. Vi è tutta una serie di partecipazione a vario titolo – ragiona Fois –, non cadiamo nel luogo comune dell’etichettatura: cultura è solo libri o quadri. No, è l’approccio all’osservazione e alla conoscenza». Lavorare in questi settori in Sardegna richiede sforzi maggiori rispetto ad altre parti d’Italia? «Sì, avere un bacino ridotto banalmente fa vendere meno libri, il ricambio è meno numeroso, i rapporti con l’esterno, oltremare, sono limitati e hai meno risorse». (p.ard.)