Libano, Israele apre ancora il fuoco: illesi i militari della Brigata Sassari
Nuovo attacco dell’Idf contro le postazioni dell’Unifil. Feriti due caschi blu dello Sri Lanka, nella zona aumenta la tensione
Sassari Israele attacca ancora le postazioni Unifil in Libano e la Brigata Sassari si trova nuovamente sulla linea del fuoco. La comunità internazionale si indigna, ma forse ancora non abbastanza. Per il secondo giorno di fila le basi della Forza interinale delle Nazioni Unite in Libano sono finite sotto il fuoco israeliano e altri due caschi blu, questa volta di nazionalità dello Sri Lanka, sono rimasti feriti. Il giorno precedente un carrarmato Merkava in dotazione alle forze armate israeliane aveva sparato verso una torre di osservazione del quartier generale dell’Unifil a Naqoura, «colpendola direttamente» e facendo cadere i due caschi blu indonesiani che in quel momento erano di vedetta. Ieri l’attacco si è ripetuto.
«Il quartier generale dell'Unifil a Naqoura è stato colpito da esplosioni», ha fatto sapere la missione Onu, aggiungendo che i due peacekeeper sono stati coinvolti in due deflagrazioni avvenute ancora una volta nei pressi di una torre di osservazione”. Unifil ha aggiunto che «diversi muri a T nella nostra posizione ONU 1-31, vicino alla Linea Blu a Labbouneh, sono caduti quando un caterpillar dell’Idf ha colpito il perimetro e i carri armati dell’Idf si sono mossi in prossimità della posizione Onu».
Tra le postazioni prese di mira dai militari israeliani ci sono altri due avamposti gestiti da contingenti italiani. Tra questi l’area nella quale si trova il bunker in cui i caschi blu avevano scelto di rifugiarsi proprio a causa dell’intensificarsi dei bombardamenti nella zona. Tra questi, i militari della Brigata Sassari, la cui base principale si trova a poco più di 10 chilometri da Naqoura, a Chama.
Nelle ore precedenti gli attacchi, le forze di peace keeping internazionali erano state invitate dai comandi militari israeliani ad allontanarsi dalle zone della missione. Nella giornata di ieri aveva iniziato a circolare la notizia del possibile ferimento di un militare della Brigata Sassari, dai comandi dei Sassarini non sono arrivate dichiarazioni ma dalle fonti ufficiali del contingente internazionale questa possibilità è stata immediatamente esclusa. Lo stesso ministero della Difesa, in una nota, ha poi “smentito categoricamente” le notizie riguardanti un “presunto terzo attacco contro le basi italiane di Unifil in Libano”, aggiungendo che «sono attualmente in corso le attività relative a lavori di ripristino dei manufatti precedentemente danneggiati«, eseguiti in pieno coordinamento e accordo tra le unità italiane di Unifil, Idf e forze libanesi. Eventi che, in ogni caso, fanno crescere le tensioni fra Tel Aviv e Roma. Quanto avvenuto «non è accettabile, viola quanto stabilito dalla risoluzione 1701 delle Nazioni Unite», ha ribadito la premier, Giorgia Meloni, spiegando che il governo segue «con grande attenzione» la situazione del contingente italiano in Libano.
L’Idf ha annunciato una indagine «approfondita» per fare luce sull’incidente di Naqoura e ha parlato di caschi blu «inavvertitamente feriti durante un combattimento con Hezbollah». Stando ai primi risultati dell’inchiesta, hanno precisato le stesse Forze di difesa israeliane, le truppe di Tel Aviv avevano identificato una minaccia a circa 50 metri dalla posizione di Unifil e hanno risposto al fuoco finendo con colpire la postazione della missione Onu e ferendo i due peacekeeper.
La tensione resta comunque altissima attorno a una missione che rappresenta un caposaldo della strategia internazionale di pace dell’Onu in Medioriente. A Unifil partecipano 50 nazioni con un totale di 10.400 militari. Tra questi, 1.200 sono italiani, parte dei quali appartenenti alla Brigata Sassari.