Alluvione a Valencia, le testimonianze di due sardi: «Città bloccata e supermercati presi d’assalto»
Il musicista di Palau Paolo Angeli: «Rabbia per la politica che nega il cambiamento climatico e le compagnie aeree che stanno facendo volare le persone con allerta rossa»
Sassari A Valencia ogni 14 ottobre dal 1957 non è un giorno come un altro. La memoria comune si ferma per ricordare la “Gran riada”, un’alluvione che trascinò via la vita di 81 persone. L’aspetto drammatico è che la storia si aggiorna e ciò che sta accadendo in queste ore è una catastrofe che ha riaperto le ferite della città e della Spagna. Si registrano infatti almeno 72 vittime nella catastrofe che sta colpendo la città. Poche ore di fortissima pioggia e di vento – le immagini delle auto ribaltate sulle strade rendono l'idea – che sta sconvolgendo centinaia di migliaia di persone.
«Una tormenta che ha fatto straripare i torrenti e crollare i ponti. La zona a sud e nell'hinterland è completamente bloccata – a spiegarlo è Pietro Mulas, medico chirurgo di 47 anni, sassarese, che vive a Valencia dal 2012 –. Sapevamo che sarebbe arrivato un forte temporale, però nessuno pensava a una cosa del genere. Ieri sera la protezione civile ha emanato l'allerta dove sono previsti spostamenti solo per lo stretto necessario».
Pietro e la moglie, Ester Garcia, anche lei chirurga, vivono e lavorano nella zona nord di Valencia, decisamente meno colpita dal temporale – i dati dicono che in 8 ore è piovuta la stessa quantità d’acqua di un anno di normali precipitazioni – ma l'alluvione sta avendo conseguenze su tutti. «Sì, abbiamo dovuto annullare tutte le operazioni chirurgiche previste in questi giorni, le persone hanno difficoltà a raggiungere la clinica. Siamo in contatto con diversi colleghi, alcuni sono dovuti rimanere in ospedale per la notte e non riescono a lasciare la struttura».
E poi c'è la disperazione della gente: «In molti stanno facendo le scorte dai supermercati». Alle casse c'è la fila, gli scaffali si svuotano, e intanto i grandi magazzini dei distributori sono allagati perché tra le zone più colpite rientra l'area commerciale e industriale di Valencia.
Sui social il musicista di Palau Paolo Angeli ha tranquillizzato i suoi fan. Dopo una lunga permanenza a Barcellona, negli ultimi anni si è trasferito proprio a Valencia da dove parte di continuo per nuovi concerti o per tornare nell’isola: «Io e Manu vi ringraziamo per i messaggi ricevuti in queste ore. Noi stiamo bene e, con una decisione sofferta, presa all'ingresso dell'aereo, siamo rimasti in Sardegna. Sofferta perché Valencia è la nostra casa e ci lacera il cuore vedere la nostra comunità ferita e in ginocchio – scrive polemico il polistrumentista –. Subentra un sentimento di rabbia, uno schiaffo della politica che continua a negare il cambiamento climatico, la speculazione edilizia sulle rive dei corsi d'acqua, il cinismo del turismo di massa e delle compagnie aeree che, anche oggi, hanno usato i passeggeri come cavie, non informando minimamente su quanto stesse realmente accadendo, permettendo di viaggiare in pieno allarme rosso. Le istituzioni dovrebbero proteggere i cittadini e viceversa assistiamo a un taglio sistematico dei servizi pubblici».