La Nuova Sardegna

Transizione energetica

Assalto eolico e pale tossiche: le fake news sulle rinnovabili, ecco alcune pillole di disinformazione nei social

di Luigi Soriga
Assalto eolico e pale tossiche: le fake news sulle rinnovabili, ecco alcune pillole di disinformazione nei social

Dal numero degli impianti allo smaltimento, poca chiarezza anche sul ruolo del Tyrrhenian link

4 MINUTI DI LETTURA





Sassari In questi mesi, sul tema rinnovabili e transizione energetica, la Sardegna è diventata un terreno molto fertile per le fake news. Vediamo le principali bufale veicolate dalla disinformazione.

In Sardegna saranno installati oltre 700 parchi eolici e fotovoltaici. Fake. Esiste una grande differenza tra le domanda presentate e quelle che saranno approvate (in media il 5%). È come se a un concorso pubblico per 1.000 posti si presentassero 20.000 candidati e si facesse credere che tutti saranno assunti. Gli assunti saranno solo 1.000. Entro il 2030 s’installeranno (se tutto andrà bene), circa 200 nuove turbine e circa 5.000 ettari di fotovoltaico (sui tetti e in parte sui campi), pari allo 0,2 % della superficie sarda di 2,4 milioni d’ettari. È fisicamente e tecnicamente impossibile (a meno di non costruire altri 10-15 Tyrrhenian link…) realizzare 53 GW di parchi, né sarebbero necessari, dato che anche in altre Regioni si stanno installando

Rinnovabili. La “distruzione della Sardegna” o le distese infinite di moduli fotovoltaici” è solo una narrazione falsa. L’off-shore distrugge mare e turismo. Fake. Se si decidesse di fare solo 2 parchi off-shore, il numero delle nuove turbine on-shore si dimezzerebbe, ma la disinformazione ha demonizzato questa tecnologia, che si sta sviluppando in nazioni come Inghilterra, Germania e Danimarca, molto più avanti dell’Italia nella protezione e coscienza ambientale. Un solo parco eolico off-shore (ad esempio “Nora 1” da. 40-60 turbine) potrebbe fornire energia elettrica (circaa 3 miliardi di kWh) per tutto il futuro parco-auto elettriche dei Sardi, ca. 1.080.000 vetture. In più i parchi eolici off-shore non deturpano il paesaggio perché da terra a occhio nudo difficilmente sono visibili.

Le turbine sono tossiche e sono rifiuti speciali. Fake. Non esiste alcuno studio scientifico a riprova che le turbine eoliche emettano sostanze nocive per l’ambiente. Le popolazioni di Ploaghe, Nulvi, Erula, Sedini, Buddusò, Alà dei Sardi, Bonorva non sono affette da alcuna nuova patologia, emersa dopo le costruzioni dei rispettivi parchi eolici. A Erula ci sono centenari. Lo stesso vale per le 341.000 turbine attualmente installate nel mondo e le persone che ci vivono vicine. Per contro, le morti per inquinamento ambientale in Italia sono circa 47mila ogni anno, a causa dell'esposizione a polveri sottili e inquinanti vari, secondi solo alla Polonia. In Sardegna le concentrazioni maggiori di morti per emissioni nocive, si hanno attorno alle 3 termocentrali e poli industriali: Porto Torres, Portoscuso e Sarroch. Per quanto riguarda lo smaltimento delle turbine, i materiali vengono riciclati pressoché per intero. Abbiamo acciaio che viene fuso, i cavi di rame riciclati, così come le varie componenti elettronici. Per quanto riguarda invece le pale del rotore, vengono smaltiti con lo stesso processo delle chiglie dei motoscafi realizzati in fibra di vetro e carbonio. Passano all’interno di uno shredder, ovvero un trituratore industriale, e il granulato viene polverizzato e mischiato al cemento, oppure bruciato nei termovalorizzatori, o mischiato alle resina. Infine il materiale può essere riutilizzato per realizzare delle tettoie.

La Sardegna produce più di quanto le serve, il surplus va agli speculatori. Fake. È sbagliato sostenere che la Sardegna è sfruttata perché produce più elettricità di quanto ne consumi: l’interconnessione con il Continente è bidirezionale e serve a coprire i deficit produttivi temporanei. E quando tutto il sistema sarà alimentato da fonti rinnovabili, gli scambi energetici continui saranno la base della Generazione distribuita, delle smart grid, della sicurezza della rete e costi più bassi dell’energia. L’autarchia energetica dell’isola è pura utopia. Essa costerebbe molto di più ai sardi e sarebbe incompatibile con la transizione ecologica, con le smart grid e l’impellente integrazione energetica e produttiva della Sardegna in Europa.

Il Tyrrhenian serve agli speculatori. Fake. Coloro che sostengono che il Tyrrhenian Link “serve solo per permettere agli speculatori di esportare energia sul continente”, dimostrano di sapere ben poco sul sistema elettrico sardo e continentale. Senza il Tyrrhenian Link non si potrebbero spegnere le 2 termocentrali a carbone nel 2028 e in futuro anche quella della Saras a Sarroch, nel 2035-2040. Senza il cavo non si potranno abbassare i costi dell’energia in Sardegna per via dei colli di bottiglia delle reti. Senza il cavo (e se ne dovrà posare sicuramente almeno un altro) non si potrà arrivare ad avere una Sardegna ad emissioni zero tra 26 anni, nel 2050. Senza il cavo, la Sardegna non potrà esportare energia e dovrà rinunciare ad una fonte importantissima e strategica di guadagno. 

Primo piano
Notte di paura

Olbia, fucilate contro la casa: madre e figlia sfiorate dai colpi

di Stefania Puorro
Le nostre iniziative