“Oltre il mare” nelle immagini e parole dei pastori e contadini sardi emigrati nel centro Italia
Il Gremio dei sardi di Roma organizza la prima proiezione nazionale del docufilm diretto da Irio Pusceddu. In prima fila il sindaco di Colleferro originario di Orune
Roma «Un racconto intenso, vero, emozionante». È con queste parole che il presidente del Gremio dei sardi di Roma, Antonio Maria Masia, definisce il docufilm “Oltre il mare” (sottotitolo: “Storia dell’emigrazione agropastorale sarda nel centro Italia”) del regista Irio Pusceddu. Ideato da Elio Turis, Daniele Gabrielli e Dina Meloni, prodotto dal Circolo “Peppino Mereu” di Siena con il patrocinio dei Circoli di Firenze, La Plata (Argentina), Nichelino, Roma, Ciampino, Tokio (Giappone), Livorno, Perugia e la collaborazione dei Circoli della Circoscrizione centro-sud della Fasi, la Federazione delle associazioni sarde in Italia, il film è stato presentato a Roma, a Palazzo Valentini, lo scorso 24 ottobre 2024 in prima proiezione nazionale, dopo l’uscita a Siena di fine settembre.
«Una storia che non va dimenticata, ma valorizzata specie tra le giovani generazioni e nelle scuole» ha sottolineato Masia davanti al pubblico numeroso arrivato nella prestigiosa sala consiliare. Lunghi e ripetuti gli applausi dedicati al film e ai suoi protagonisti. Presenti all’evento il Circolo “Shardana” di Perugia, l’Acrase “Maria Lai” di Roma, il Circolo “Domus de janas” di Cerveteri e Sara Nicole Cancedda, coordinatrice nazionale dei Giovani della Fasi. A fare gli onori di casa ci ha pensato il vice sindaco di Roma città metropolitana nonché sindaco di Colleferro, Pierluigi Sanna, sardo di famiglia originaria di Orune. «Un grande onore per me, in questa sala – ha sottolineato Sanna –, poter raccontare la storia di chi è partito dalla Sardegna in un certo momento della propria storia personale e all’interno della grande storia nazionale per cercare fortuna… e contribuire allo sviluppo sociale, economico e morale del Paese, così come i sardi in tanti casi hanno fatto».
“Oltre il mare”, infatti, è il racconto per immagini e parole dell’emigrazione dei pastori e contadini sardi verso il Continente, nel Centro Italia in particolare: Toscana, Lazio, Umbria e Abruzzo. Un fenomeno datato anni ‘60 ma che è proseguito fino agli anni ’80, con tanta fatica, tanti pregiudizi, ostilità, successi e sconfitte che hanno cambiato le persone, generazioni, famiglie e ambienti. «Storie singole, familiari e collettive con i protagonisti, che interpretano sé stessi con pudore e fierezza, con sincerità e passione, e con i loro discendenti, figli e nipoti, oggi affermati imprenditori nel settore agro pastorale e alimentare» spiega il presidente del Gremio dei sardi di Roma. «Abbiamo voluto capire – prende parola il regista Irio Pusceddu – come oggi quelle situazioni iniziali si sono evolute e come oggi i giovani, ai quali ci rivolgiamo, vivono e come si sono ambientati nei territori di destinazione». Da qui l’auspicio: «Vogliamo presentare il documentario – dice Pusceddu – in tutti i Circoli dei sardi, ovunque, nelle scuole dell’Isola». «Pusceddu – interviene Luisa Saba, consigliera del Gremio – è riuscito a condensare 60 ore di filmato, fatto di interviste, testimonianze, magnifiche riprese realizzate anche grazie all’uso di droni e sapienti fotografie, in un documento destinato ad aprire domande importanti, sui fenomeni migratori, sulle politiche di accoglienza e integrazione adottate per contenerli, sul futuro del settore agro-pastorale sulla rivitalizzazione di zone appenniniche interne alla cosiddetta Italia di mezzo, sulla quale la prima questione riguarda l’emigrazione di pastori sardi, che non emigrano da soli ma con la loro famiglia».