La manager: «Prezzi alti in hotel a Capodanno? Nessun lucro. Restare aperti dopo l’estate atto di coraggio»
Ramona Cherchi: «Un giorno non compensa il deserto di oltre due mesi, da quando, il 24 ottobre, non ci sono più voli per la Sardegna»
Sassari Nessun botto di Capodanno per i portafogli degli hotel che apriranno il 31 dicembre. Le tariffe, ovviamente maggiorate come a Ferragosto, non devono ingannare. Facendo due conti non gonfieranno di certo le tasche di quegli imprenditori dell’accoglienza rimasti aperti anche dopo il 24 ottobre. Quando cioè le compagnie aeree volano via insieme ai voli da mezza Europa e da mezza Italia. E ai turisti.
Come spiega Ramona Cherchi, general manager Delta hotel by Marriott di Olbia «ci sono quasi 70 giorni di deserto assoluto (dal 24 ottobre al 31 dicembre ndr) che un grande evento di Capodanno non può certo compensare». Non spegnere le luci degli alberghi a fine estate è insomma più un atto d’amore verso i propri dipendenti. E verso il territorio.
Dietro le quinte delle tariffe La top manager prova a spiegare il dietro le quinte dei tariffari del 31 dicembre di un grande hotel. I prezzi più alti a Capodanno non devono essere letti come un modo per lucrare. Una camera di lusso può passare da 80 euro, prezzo stracciato per un servizio quattro stelle in un periodo come novembre in cui i turisti sono rari come panda, a poco più di 350 euro la notte di Capodanno. Cifre molto simili a molti B&b che in giro per la Sardegna arrivano anche a chiedere 1000 euro a notte.
Altro che lucro «La scelta di tenere aperto un hotel come il nostro, con 124 camere e un servizio che deve restare di alto livello, sia che ci siano cento stanze occupate che quattro, è una scelta di coraggio. Perché anche in quei 70 giorni di deserto assoluto si pagano comunque la luce, il gasolio, gli stipendi dei dipendenti, le tasse. E quando un hotel resta aperto anche quei mesi non lo fa certo per motivi di business, perché è evidente che si vada solo a perdere. Ma perché vuole garantire continuità lavorativa ai suoi dipendenti, dando loro la possibilità di avere qualcosa in più rispetto alla canonica stagione estiva. Un atto di amore e di coraggio infinito dell’imprenditore per i propri ragazzi e per la propria terra. Restiamo aperti in un periodo in cui non ci sono voli, non ci sono turisti e non è certo il guadagno della notte di Capodanno che potrà compensare due mesi di nulla assoluto».
La proposta La top manager ribadisce un concetto espresso qualche giorno fa anche dal presidente di Federalberghi. «Bisogna convincere i vettori a prolungare i voli dell’estate almeno di dieci giorni. Poi l’anno successivo di venti e così via – conclude Ramona Cherchi –. Altrimenti dopo il 24 ottobre la Sardegna non esiste più come meta turistica. Eppure abbiamo un’isola piena di eventi, dalle Cortes apertas ai cammini religiosi, agli eventi gastronomici. E delle temperature invidiabili. Ma c’è da fare una azione comune, tutti gli enti, Regione, province, comuni, vettori, imprenditori devono andare nella stessa direzione»