La Nuova Sardegna

La proposta

Alessandra Todde: «In Sardegna pronti per una legge sul salario minimo»

Alessandra Todde: «In Sardegna pronti per una legge sul salario minimo»

La presidente della Regione: «Mi auguro che il consiglio regionale la calendarizzi presto»

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Cagliari «La Regione è pronta a un importante passo in avanti in merito alla tutela della retribuzione minima salariale. Mi auguro davvero che il Consiglio regionale calendarizzi una legge. Perché in Sardegna tanti lavoratori sono poveri e ci sono contratti di lavoro con retribuzioni talmente basse che non permettono di arrivare a fine mese. Perché tanti giovani scappano dalla nostra terra perché mancano le giuste tutele e perché il costo della vita aumenta e gli stipendi sono fermi. Non possiamo restare a guardare, dobbiamo dare risposte».

Parole della presidente della Regione Alessandra Todde, intervenuta  a Cagliari al quindicesimo congresso delle Acli della Sardegna. Una posizione, la sua, in linea con i partiti di opposizione a livello nazionale - Partito democratico, Movimento 5 stelle, Alleanza Verdi Sinistra, ma anche Azione di Carlo Calenda - che in Parlamento invano si sono battuti per questa misura presenti in molti Paesi dell’Unione europea.

Le dichiarazioni della governatrice Todde vengono infatti accolte in maniera positiva dal segretario generale della Cgil Sardegna Fausto Durante: «In Italia esiste una drammatica questione salariale, segnata dai livelli troppo bassi delle retribuzioni e in Sardegna il tema è ancora più pressante perché, come dicono i dati disponibili, la media settimanale dei salari nell’Isola è pari a 477 euro, circa 100 euro in meno delle retribuzioni medie del resto del Paese».

Sempre il segretario Durante ha aggiunto che «è apprezzabile che sulla questione dei salari, dalla Sardegna venga un segnale in netta controtendenza rispetto agli orientamenti del governo nazionale, che non sta tutelando il lavoro e i salari e che sinora si è fermamente opposto all’introduzione del salario minimo, elemento presente in questi tutti i Paesi dell’Ue con effetti positivi per il lavoro e l’economia». Per la Cgil occorre continuare a battersi per l’introduzione del salario minimo nel Paese: «A sostegno di questa battaglia, un provvedimento legislativo della Regione per livelli salariali adeguati sarebbe un passo nella giusta direzione della tutela dei salari e delle condizioni di reddito per i lavoratori dipendenti – sostiene ancora Durante –. La Regione potrebbe, ad esempio, stabilire che nel sistema degli appalti pubblici si applichino i contratti collettivi e i salari lì stabiliti dai sindacati maggiormente rappresentativi».

In ogni caso, il sindacato guidato a livelo nazionale da Maurizio Landini ritiene importante avviare un confronto con le parti sociali, anche per tenere in relazione l’eventuale provvedimento regionale con le dinamiche retributive stabilite nella contrattazione collettiva nazionale. 

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