La Nuova Sardegna

Vitalizi regionali

Pensioni agli ex onorevoli, cosa prevedeva la legge del 2021 e chi la votò

Pensioni agli ex onorevoli, cosa prevedeva la legge del 2021 e chi la votò

La norma proposta dal centrodestra durante la legislatura sardo-leghista era stata approvata dal consiglio regionale

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Sassari Con un colpo di vera magia, nell’ottobre 2021 il consiglio regionale a trazione sardo-leghista ripristina le pensioni degli ex onorevoli, abolite nel 2014. Quelli più comunemente noti come vitalizi.

Con la legge omnibus, l’assemblea regionale aveva riesumato l’indennità per i consiglieri regionali con effetto retroattivo, quindi anche per il quinquennio 2014-2019, non solo per chi allora occupava uno scranno nel palazzo di via Roma. 

L'emendamento era stato approvato in modo flash in aula, presentato con un linguaggio paludoso e senza discussioni. Stabiliva che «a decorrere dall'inizio della quindicesima legislatura, il regime previdenziale dei consiglieri regionali e degli assessori tecnici è di carattere contributivo».

La proposta, firmata da Stefano Tunis (Sardegna 20Venti), Angelo Cocciu (Forza Italia), Giorgio Oppi (Udc), Francesco Mura (Fratelli d'Italia), Franco Mula (Psd'Az)  prevedeva un contributo a carico del Consiglio regionale. «La quota di contributo a carico del consigliere è pari all'8,80% della base imponibile; la quota a carico dell'Assemblea legislativa è pari a 2,75 volte la quota a carico del consigliere». Ma in quella stessa seduta era passato anche un altro emendamento fantasma di un certo peso. Stabiliva che «le indennità e i rimborsi dei consiglieri regionali sono rivalutati annualmente in misura pari alla variazione rilevata dall'Istat, se positiva, dell'indice dei prezzi al consumo».  Anche in questo caso la rivalutazione decorreva dalla legislatura precedente a quella in corso.

Chi ha votato il ritorno alle onorevoli pensioni Come riportato dalle cronache del consiglio regionale di quel giorno, difficile capire chi votò gli emendamenti. Passarono per alzata di mano e quindi difficile identificare gli alzatori di mano o dito.  Accade così quando le votazioni sono «alla voce».  Sui verbali non c’è traccia. (serena lullia)

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