Nanni Campus: «Ma come si può scegliere un medico per un intervento di chirurgia estetica su Tik Tok?»
L'ex sindaco di Sassari già chirurgo e ordinario di chirurgia plastica all'università cittadina contro i «discount dell’estetica»
Sassari «Per un problema al cuore o qualsiasi altra operazione non penseremmo di rivolgerci a Tik Tok, non capisco perché per un intervento di chirurgia estetica sì».
Se lo chiede Nanni Campus, l’ex sindaco di Sassari, con un trascorso pluridecennale come chirurgo e, tra le altre cose, docente ordinario di chirurgia plastica all’Università di Sassari.
E si chiede perché le persone scelgano i «discount della chirurgia» per risparmiare sulla propria pelle e salute. Nella crescente necessità di ricorrere a interventi estetici, il braccio di ferro tra professionisti qualificati e amatori è una costante. Spesso, con i primi che devono mettere una pezza ai misfatti degli studi abusivi. «Mi vengono in mente casi vissuti con l’equipe dell’Aou di Sassari – spiega Campus – di pazienti operate per mastoplastica additiva da uno studio di Olbia che avevano avuto delle complicanze. Dal pronto soccorso erano arrivate da noi». Non era un ambulatorio abusivo, «ma i chirurghi non garantivano assistenza e operavano senza particolari precauzioni». Poi ancora: «Dall’81 all’83 ho lavorato a Napoli, iniziavano a esserci i primi “Cani sciolti” – cioè? –. Chi si metteva dall’oggi al domani a praticare chirurgia estetica ma senza una struttura idonea e senza conoscenze di chirurgia ricostruttiva alle spalle».
C’è un grande equivoco. Anzi, un non detto: «Non esiste una scuola di specializzazione estetica, ma è il chirurgo, con un’ampia conoscenza e specializzazione, che può operare nella disciplina estetica». Prima di armeggiare con botulino e punture bisognerebbe avere una base sulle ricostruzioni. Nanni Campus nota: «Quasi sempre, dietro c’è un ragionamento economico. Ma basti anche solo pensare alla differenza – osserva – tra un intervento in una clinica con una sala operatoria polispecialistica, con anestesisti, infermieri e medici, e tra un semplice studio privato. Dove in casi di emergenze mancano strumenti e personale. Si gioca sull’ambiguità del termine “clinica”». Così come, segnala, sulle tante pubblicità che dalla tv si sono spostate e intensificate sui social. «Oggi vogliamo tutti farci belli e belle e inseguiamo immagini che, nella maggior parte dei casi, sono false. Molti risultati reclamizzati sono ritoccati».
Tra le operazioni più richieste, proposte da tanti studi a prezzi molto accessibili, «le mastoplastiche additive». Per i profani, l’aumento al volume del seno. Sono semplici da eseguire, così come le liposuzioni dove il procedimento è facile, ma quando ci si fa prendere la mano si può raggiungere una dose tossica, creare danni molto gravi. Purtroppo negli anni le cronache ce lo raccontano spesso».