La Nuova Sardegna

La denuncia

Aggressioni, minacce e tentativi di suicidio: «Il carcere di Uta è una polveriera»

Aggressioni, minacce e tentativi di suicidio: «Il carcere di Uta è una polveriera»

L’allarme lanciato dai segretari di polizia penitenziaria: «La struttura ospita 750 detenuti, la capienza massima è 530»

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Uta «Il carcere di Uta è una polveriera, la situazione sembra ormai sfuggita di mano, si attivino  interventi urgenti immediati.  Diversi detenuti hanno cercato di impiccarsi, un altro ha distrutto gli arredi della sua camera, quelli dell’infermeria, ha aggredito gli agenti con un bastone, altri si sono rifiutati di rientrare in cella, quattro reclusi sono stati trasportati d’urgenza in ospedali esterni. A questi eventi fanno da contorno le aggressioni e le minacce di morte a danno degli operatori».

E’ questa la denuncia dei segretari regionali di polizia penitenziaria Sappe (Luca Fais), Uil Pa (Michele Cireddu) e Uspp (Alessandro Cara). Sarebbero – secondo i tre sindacalisti - giorni da allarme rosso quelli che vedono il personale di polizia penitenziaria  in servizio in un istituto in estrema difficoltà. Sono infatti in continuo aumento le aggressioni a danno dei poliziotti, degli operatori, le minacce di morte, gli insulti e le ribellioni da parte di detenuti facinorosi che si rifiutano di rispettare le regole. La situazione avrebbe raggiunto una soglia estremamente allarmante, attualmente sono quattro i detenuti ricoverati in luogo esterno di cura, uno dei quali continua a distruggere intere camere ospedaliere mettendo a rischio la sicurezza, non solo degli operatori, ma degli altri pazienti e del personale medico. Si tratta di un detenuto che ha già aggredito un numero elevato di agenti e addirittura il vice direttore  del carcere e, nonostante le reiterate richieste di allontanamento dal carcere di Uta, l’amministrazione non ha mai riscontrato le  richieste del personale e dei sindacati,  lasciando in balia degli eventi gli operatori. Il suo atteggiamento avrebbe  creato l’emulazione degli altri detenuti  quando dà in escandescenza, ingerisce pezzi di vetro e distrugge ogni arredo che trova nelle proprie vicinanze, i tentativi di suicidio, le aggressioni le resistenze ed i rifiuti di rientrare nelle rispettive celle degli altri detenuti.

«Il Dipartimento – proseguono Fais, Cireddu e Cara - nel mentre continua ad inviare detenuti facinorosi e nonostante il carcere possa contenere 530 detenuti sono già più di 750 quelli effettivamente presenti. Nonostante questo dato allarmante continuano ad inviare detenuti addirittura per scontare il 14 bis dell’ordinamento penitenziario, malgrado ci siano altri detenuti sottoposti a tale regime che stanno letteralmente mettendo a ferro e fuoco il carcere. Siamo estremamente preoccupati perché il personale è allo stremo e sente una sensazione di abbandono giustificata dal fatto che nonostante il rischio concreto che possa succedere qualcosa di eclatante, non si intravedono iniziative concrete da parte dei vertici dell’Istituto tanto meno dal Provveditore regionale”. La richiesta è di allontanare immediatamente quei detenuti che stanno coinvolgendo altri nel mettere in atto  aggressioni, resistenze , minacce ed ogni tipo di atteggiamento che mette a rischio la sicurezza dell’Istituto. (luciano onnis)

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