Tasse sui trasporti, le aziende lanciano l’allarme: «Con queste tariffe rischiamo il tracollo»
Maffei Sarda Silicati: «Aumenti di 200 euro a tratta»
Sassari L’Europa fa pagare l’eccesso di produzione di Co2 agli armatori che, a loro volta, si rifanno sui trasportatori. Una catena della tassazione che vede il consumatore come ultimo anello debole del sistema. Nel settore dei trasporti l’allerta è massima soprattutto per chi si vede raddoppiare la tassa sui viaggi di andata e ritorno. È anche il caso della Maffei Sarda Silicati spa che parte dall’isola trasportando soprattutto materiali di estrazione e ci torna carica di derrate alimentari.
«L’impatto che subiremo sarà incredibile – spiega il presidente della Sarda Silicati, Federico Fiorelli –. Gli armatori ci hanno già inoltrato le lettere con richieste di aumenti, soprattutto sulla rotta Olbia-Livorno, che è quella percorsa maggiormente dalle tratte commerciali da e per la Sardegna». I costi per i trasportatori saranno da capogiro: «Settimanalmente dal nostro stabilimento partono centinaia di automezzi – prosegue Fiorelli –, per l’esattezza circa 300 che trasportano merci di un valore tra i 20 e i 25 euro a tonnellata con un costo di 35 euro per ciascuna di esse. Un solo camion, può trasportare circa 30 tonnellate complessive e, nello specifico, l’aumento previsto dalla nuova tassa anti Co2 è di circa 14 euro per ogni metro lineare con un costo che aumenta di 200 euro per ogni tratta. Un aumento che ci mette fuori mercato rispetto ai nostri competitors del territorio nazionale».
L’obbiettivo a breve termine è quello di interpellare sulla questione la Regione ma anche il Governo: «Non capiamo quanto sia corretta la reazione degli armatori rispetto alla tassazione – dice il presidente della Sarda Silicati –. Proprio per questo chiediamo, siamo come produttori che come associazioni di industriali, quali siano i costi che gli armatori realmente debbano sostenere, perché questo è un dato che non conosciamo. Non si tratta di fare guerra a quel settore, ma quando si tratta di tasse, bisogna essere trasparenti fino in fondo. Perché poi anche noi dovremo dare spiegazioni ai nostri clienti che alla fine saranno quelli che subiranno maggiormente gli aumenti. La questione, inoltre, non tiene conto del principio di insularità e questo penalizzerà tutti i settori, non solamente il nostro».
La questione derrate alimentari è la più pericolosa per il consumatore: «Se non paghiamo la tratta, i nostri camion tornano vuoti e il prezzo di mercato sui prodotti di qualità rischia di triplicarsi se cala l’entrata. Regolare il flusso entrata-uscita delle merci, serviva a calmierare i prezzi del mercato».
Possibili soluzioni: «Dovevamo attrezzarci prima – conclude – d’altronde l’Europa aveva comunicato da tempo l’ingresso di questa tassa che serve a spingere le aziende ad azzerare la produzione di Co2, quindi, eticamente giusta. Ci sono ad esempio le navi a gas, ma sia il ministero dei Trasporti a dare risposte immediate sul tema».