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Franco Cuccureddu: «L’isola del Capodanno: è questa la formula vincente anche per il 2025»

di Luigi Soriga
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Sassari Mai come quest’anno la Sardegna ha proposto un pacchetto capodanno così vincente. Grandi eventi spalmati su varie latitudini capaci di intercettare target e gusti differenti. Le festività natalizie si sono rivelate una leva potenzialmente efficace per allungare la stagione turistica.

L’assessore regionale Franco Cuccureddu è soddisfatto della formula 2024, ed è pronto a riproporla, potenziandola, anche per l’anno prossimo. «Ci siamo proposti come l’isola del Capodanno, come l’offerta più completa per il 31 in piazza. La scelta dei concerti ha funzionato molto bene, perché è stata fatta in maniera coordinata. Il risultato è che Castelsardo ha chiuso con un big come Elodie perfetto per un target giovanile, Sassari con Gianna Nannini si è rivolto a una fascia decisamente più adulta, Alghero ha puntato su un segmento a metà, portando sul palco i Negroamaro. E in questo modo si è riusciti ad accontentare un ventaglio molto ampio di persone, che ha potuto scegliere di stappare lo spumante sulla base delle proprie preferenze».

Secondo lei è possibile lavorare ancora di più in un’ottica di sistema? Pensare a un Capodanno più metropolitano e allungato, con concertoni non concentrati tutti il 31, ma spalmati nelle diverse località turistiche nell’arco di una settimana?

«Penso che la propensione alla spesa di chi si sposta sia altissima il 31 gennaio. Mi spiego: è difficile che una famiglia decida di venire in Sardegna e affrontare dei costi per un evento che si svolge il 29 o il 30. Le persone vogliono stappare lo spumante in piazza davanti al cantante preferito. E se noi glielo proponiamo a Capodanno, faranno le valigie. Ma non credo che una famiglia abbia la voglia di trascorrere quattro notti consecutive al freddo, per assistere a quattro concerti differenti. Ne sceglierà uno, e poi nei giorni precedenti o successivi farà altre cose, come visitare luoghi, vedere un borgo, gustare i piatti tipici, fare shopping».

Quindi la scelta di tanti eventi per il 31 sera resta?

«Spalmarli in più date depotenzierebbe solo l’immagine del Capodanno in Sardegna. E poi la gente ormai si aspetta il concerto ad Alghero, Castelsardo, Olbia, Cagliari, e dopo l’ultimo successo, anche a Sassari. Scegliere un solo big per il 31 in una sola di queste città, sarebbe un azzardo: si rischia di escludere una fetta di turisti che magari non amano quel genere. Penso che la formula dei concerti distribuiti in una settimana funzioni se ci si rivolge a un target più di nicchia. Se a un amante della musica rap gli organizzi 4 serate a tema, allora è molto probabile che venga in Sardegna. Ma tutti gli altri? Se si vuole essere ancora più attrattivi e lavorare di sistema, bisogna farlo sul fronte della promozione e della comunicazione. E su questo che cercheremo di puntare per il 2025».

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