Arrosticini e hamburger sardi con le pecore a fine carriera
Al dipartimento di Agraria dell’Università di Sassari i dati della proposta Valpesa. Gli ovini vecchi con una dieta specifica possono produrre carne di alta qualità
Sassari Gli hamburger e gli arrosticini di carne di pecora sarda, prodotti secondo rigorosi standard di allevamento e benessere animale, rappresentano un’opportunità di sviluppo economico per il settore agricolo dell’isola. Questo è quanto emerso dalla presentazione dei risultati del progetto Valpesa (Valorizzazione della pecora sarda), che si è svolta presso il Dipartimento di Agraria dell’Università di Sassari .
Promosso dalla Forma Srl, azienda di riferimento nel settore delle carni con sede a Macomer, in collaborazione con l’Università di Sassari, il progetto si propone di migliorare la qualità della carne ovina attraverso innovazioni nella fase di allevamento e macellazione. «Possiamo portare nei banchi dei supermercati prodotti eccellenti, apprezzati dai consumatori per l’elevata qualità della carne – ha spiegato Francesco Forma, titolare dell’azienda –. Questo è possibile solo creando una forte sinergia tra le imprese operanti lungo la filiera. Per offrire carne di qualità ai consumatori, il punto di partenza è il benessere degli animali». Uno degli obiettivi principali del progetto è stato verificare se le pecore di fine carriera, normalmente non idonee alla produzione di carne di qualità perché troppo magre, potessero raggiungere gli standard richiesti attraverso una fase di finissaggio in stalla con una dieta specifica. Gli studi condotti dal Dipartimento di Agraria dell’Università di Sassari hanno dimostrato che le condizioni di allevamento possono essere migliorate, ma solo se gli animali partono da un determinato stato fisico, misurato attraverso il Body Condition Score, un parametro chiave per garantire una carne di qualità. L’incontro è stato aperto dal prorettore alla Ricerca dell’Università di Sassari, Giuseppe Pulina, e ha visto la partecipazione dell’assessore all’Agricoltura Gianfranco Satta, il quale ha sottolineato il ruolo del Programma di Sviluppo Rurale 2014/2020 nel finanziamento del progetto. «È importante ricordare che si tratta di ovini provenienti dal sistema produttivo lattiero-caseario, allevati per la produzione di latte e non di carne – ha evidenziato il professor Gianni Battacone del Dipartimento di Agraria –. Portare questi animali a buone performance in fase di macellazione aggiunge valore alla filiera, aumenta il reddito delle aziende e garantisce prodotti di qualità disponibili tutto l’anno». Il progetto Valpesa punta a superare alcune criticità del settore, come la disponibilità limitata di carne in determinati periodi dell’anno e la necessità di migliorare lo stato fisico degli animali a fine carriera. «Questo è essenziale per la produzione di prodotti pronti da cuocere, come arrosticini e hamburger, che stanno conoscendo un forte sviluppo grazie ai cambiamenti negli stili di vita dei consumatori italiani» ha aggiunto Francesco Forma. Un altro aspetto cruciale emerso dallo studio riguarda la risposta dei consumatori. Gli hamburger e gli arrosticini ottenuti grazie al metodo Valpesa sono stati sottoposti a test di assaggio comparativo, risultando molto apprezzati e ottenendo giudizi positivi, con una leggera preferenza rispetto ai prodotti tradizionali.