Trasporti aerei: «Più fondi per la continuità territoriale e stop al dominio delle low cost»
La commissione della Camera chiede una task force per superare i limiti dell’insularità
Roma Via libera in Commissione Trasporti della Camera al testo finale dell’indagine conoscitiva sulla continuità territoriale. Il focus sul trasporto aereo, realizzato dal parlamentino presieduto da Salvatore Deidda (Fratelli d’Italia), è stato approvato a larga maggioranza, con la sola astensione del Movimento 5 Stelle. Lente puntata sulla situazione delle isole, con la continuità minata dalla concentrazione delle tratte riservate alle compagnie low-cost.
Secondo Salvatore Deidda la presenza massiccia delle low cost sui voli nazionali (il 73%) «crea uno squilibrio competitivo, poiché tendono a concentrare le loro operazioni sulle rotte più redditizie, lasciando scoperti i collegamenti meno frequentati, essenziali per i residenti delle isole. E spesso le compagnie che offrono servizi di continuità territoriale per l’intero anno tendono a compensare ulteriormente la condizione di fallimento del mercato con la vendita dei biglietti nella stagione estiva».
Che fare allora? «E’ necessario destagionalizzare i voli, poiché nei periodi di alta domanda i prezzi dei biglietti delle low-cost tendono a schizzare alle stelle con picchi superiori a 150-200 euro. In questo quadro “dopato” le misure di continuità territoriale incidono solo parzialmente sulla riduzione dei prezzi – conclude – mitigando i costi solo per i residenti». Tra i suggerimenti l’adozione di un sistema "misto, che consenta di aprire il mercato nella stagione estiva e di assicurare la continuità territoriale ai residenti nella stagione invernale". La Commissione ha evidenziato anche la scarsa trasparenza tariffaria, «con difficoltà nel confronto tra offerte e poca chiarezza sui costi accessori».
La stesura del focus ha visto coinvolte Regioni, Enti locali, Aeroporti e Autorità portuali, Associazioni datoriali e di Imprese e forze sindacali, Università, unite dall’obiettivo di «fare il punto sulla Continuità Territoriale e la richiesta di mobilità extraurbana in particolare per Sardegna e Sicilia ma anche per Liguria, Friulia Venezia Giulia e Puglia. Il dossier sottolinea la necessità di aggiornamenti legislativi sia in sede nazionale che europea. In particolare «risulta necessaria l’istituzione di una task force interistituzionale - composta da rappresentanti del Parlamento europeo, della Commissione, del Comitato delle regioni e del Comitato economico e sociale – che affronti in maniera organica la questione insulare nelle politiche europee, dando così seguito alla richiesta avanzata nel giugno del 2023 dai presidenti delle regioni insulari europee».
In generale, dal focus emerge l’urgenza «di incrementare i fondi statali a supporto della continuità territoriale marittima e aerea, così da contribuire in modo più sostanziale agli sforzi delle regioni e, quindi, allineare la politica dell’Italia a quella di altri Paesi europei, come la Francia e la Spagna. Oltre all’aumento di risorse, si auspica di diversificare i modelli di contributi e aiuti fiscali a seconda del territorio. In particolare, per assicurare la piena attuazione dei principi costituzionali in materia di rimozione degli svantaggi derivanti dell'insularità, è necessario intervenire attraverso una pluralità di interventi che prevedano:
1) l’incremento della dotazione del Fondo nazionale per il contrasto degli svantaggi derivanti dall’insularità;
2) il recupero del divario infrastrutturale tra le diverse aree geografiche del territorio nazionale, tornando a dare centralità alla dotazione del "Fondo perequativo infrastrutturale"
3) la garanzia di un completo ed efficace sistema di collegamenti aerei da e per la Sardegna e la Sicilia e da e per la Sardegna, aumentando la dotazione del fondo a tale scopo istituito dalla legge di bilancio 2023.