La Nuova Sardegna

Talenti isolani

La dolce scalata di Giulia Sechi: da Sorso alle stelle con Massimo Bottura

di Lorenzo Musu
La dolce scalata di Giulia Sechi: da Sorso alle stelle con Massimo Bottura

La pasticcera racconta sacrifici, sogni e il lavoro assieme al celebre chef

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Sassari Una “dolce vita” all’insegna dell’amore. Amore per il lavoro, per i compagni di un percorso, e per un’isola che mai lontana si trova. Una terra che ha dovuto lasciare per inseguire il suo sogno. Prima il viaggio a Brescia nella scuola Cast Alimenti, un tempo del noto pasticcere Iginio Massari, di seguito lo stage a Roma con grandi maestri come Fabrizio Fiorani, Cesare Murzilli ed Emmanuele Forcone per poi contribuire all’apertura del Portrait Milano. Ora lavora a Modena, nell’hotel tre stelle Michelin “Casa Maria Luigia” del rinomato chef Massimo Bottura.

Quella di Giulia Sechi, pasticcera ventiduenne di Sorso, è una storia esemplare di successo. Da Sassari a Modena, dall’Istituto alberghiero a una delle più grandi realtà nel mondo della ristorazione. Ma riavvolgiamo il nastro.

Come è nato l’amore per la pasticceria?

«La pasticceria è stata la mia linfa vitale sin da piccola. A 13 anni sbirciavo nel laboratorio dei miei zii a Sennori, la “Pasticceria del nonno”: è tra un dolce della tradizione e l’altro che nasce il mio amore per l’innovazione della pasticceria. Quello che si trova nella ristorazione di alto livello. Non so che cosa abbiamo noi sardi, forse una calamita che ci lega alla nostra terra, ai nostri familiari, e ci aumenta la nostalgia. Ancora mi sento quella tredicenne che cerca di prendere una spatola in mano mentre zio mi spiega cosa fare».

È stato difficile allontanarsi dalla Sardegna? Ci sono state esperienze che l’hanno formato radicalmente?

«Non è mai facile allontanarsi da casa, soprattutto quando si è giovani. Oggi la mia vera casa è il mio compagno Claudio. C’è sempre e mi sostiene in ogni passo, trasferirmi con lui è stato molto importante. Di esperienze invece ne ho fatte tante, ogni sgridata mi ha formato. Se ora sono al Maria Luigia è perché ho imparato a capire le mie esigenze: solo due anni fa ho passato una piccola crisi, non riuscivo più a star chiusa dentro le quattro mura del lavoro. Poi, come tutte le cose più belle, per caso ho conosciuto Jessica Rosval, la chef di Casa Maria Luigia, lasciando Milano per Modena».

Com’è lavorare con il pluristellato chef Massimo Bottura? Sta spesso con lui?

«Massimo è sempre con noi. È un maestro che si nutre di arte in ogni sua forma: quadri, statue, musica e ovviamente cibo. La sua testa corre come una Ferrari. Costruisce, crea, inventa ogni secondo. Ricordo la prima volta che gli ho fatto assaggiare un dolce. Avevo preparato un macaron che sapeva di mare e gliel’ho fatto provare: lo ha trasformato mille volte, aggiungendo persino un’ostrica al suo interno. Tutto nel giro di cinque secondi».

Lei adesso sta seguendo altri progetti?

«Oggi sono la pastrychef dell’hotel e della chef Jessica Rosval. Mi vedo come la sua piccola scienziata, cerco di aiutarla in ogni dolce idea. Mi ha concesso l’onore anche di essere la maestra pasticcera del suo ristorante impresa sociale Roots. Lì ho incontrato donne fortissime che ne hanno passate tante, ma la loro voglia di vivere le sprona a cambiare la propria. Cerco comunque di non annegare troppo nel brodo. Almeno ogni due mesi ritorno fra i banchi di scuola per approfondire nuove tecniche di pasticceria o conoscere nuovi prodotti. La reputo una cosa fondamentale».

Ha ancora dei sogni?

«Ho ancora tanti desideri e tappe da superare. Vorrei prendere una laurea in Scienze dell’alimentazione, sia per calibrare meglio gli ingredienti in un menu sia per una questione di conoscenza personale. Non mi dispiacerebbe, poi, andare in Asia. Ma ora sono focalizzata qua a Modena nel nuovo laboratorio di pasticceria di Casa Maria Luigia che aprirà tra pochi giorni ».

Il suo segreto?

«Quello che ogni giorno mi fa fare passi in avanti è la mia capacità di concentrazione e determinazione che ho quando indosso il grembiule, da sempre».

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