Assalti al portavalori, il bottino più ricco nel caveau di Caniga: 12 milioni di euro
L’episodio più recente tra Posada e Lodè, nel gennaio 2024 scene di guerra sulla statale 131 all’altezza di Siligo
Sassari Spari, fiamme, esplosioni. Un modus operandi già visto più volte negli assalti ai portavalori in Sardegna. La banda che ha agito ieri in Toscana, nella quale probabilmente - visto l’accento e i dialoghi - ci sono elementi sardi, ha messo in scena un copione fotocopia.
Azioni rapidissime, divisione perfetta dei ruoli e calcolo dei tempi per la rapina e per la fuga. Nell’isola l’assalto più recente risale a meno di 20 giorni fa. Nel mirino un portavalori della Mondialpol lungo la strada provinciale 24 tra Posada e Lodè. I banditi viaggiavano su due auto che hanno superato il furgone Mondialpol, sparando alla carrozzeria per costringere l’autista a fermarsi sotto la minaccia di fucili calibro 12. Bottino: 90mila euro.
Di gran lunga superiore quello portato via dai malviventi che il 28 giugno del 2024 assaltarono il caveau della stessa Mondialpol a Caniga, periferia di Sassari. La città per alcune ore finì in ostaggio dei banditi: spari e posti di blocco ovunque, automobilisti intrappolati nel traffico, auto bruciate dai banditi per coprirsi la fuga. In meno di mezzora erano riusciti a mettere a segno il colpo perfetto, un piano studiato a tavolino, forse per anni. I banditi erano almeno una ventina: il bottino fu quantificato in 12 milioni di euro. Lo stesso caveau della società di vigilanza era stato preso di mira nel 2016 e anche in quella occasione il bottino era stato milionario.
Il precedente “su strada” risale invece al 31 gennaio 2024: quel giorno i malviventi assaltarono un portavalori della Vigilpol sulla strada statale 131 all’altezza di Siligo e scapparono con un milione di euro. Anche in quel caso la statale si trasformò in uno scenario da guerra: auto bruciate, spari, inseguimenti. Un mese prima lo stesso film era andato in onda in Ogliastra. A dicembre un portavalori senza scorta, che trasportava stipendi, pensioni e tredicesime da mettere in pagamento negli uffici postali e in alcuni istituti bancari in Ogliastra, era stato assaltato lungo la statale 125. Il bottino, sulla carta ricchissimo, era in parte andato in fumo: nell’assalto compiuto da una decina di uomini, con mimetiche, guanti, cappucci e fucili, l’esplosivo utilizzato per scardinare il furgone aveva avuto anche l’effetto di innescare un incendio che aveva bruciato molte banconote. Non tutte, però: una buona parte aveva preso il largo con i banditi. Svaniti nel nulla: i responsabili dei colpi non sono stati mai individuati.
Gli ultimi arresti di malviventi accusati di assalti a furgoni portavalori e traffico di droga, risalgono a quasi 10 anni fa. In Ogliastra fu sgominato un sistema criminale composto da bande modulari che agivano in Sardegna con incursioni fuori dall’isola. I componenti, tra cui alcuni pregiudicati e altri soggetti insospettabili, furono tutti condannati. Uno dei capi era il vicesindaco di un paese ogliastrino che, venne fuori dalle indagini e dalle intercettazioni, aveva una doppia vita: di giorno indossava giacca e cravatta in consiglio comunale, di sera la mimetica per assaltare portavalori.