Successo per “Once upon a place”: turismo tra sostenibilità e un nuovo racconto dei territori
Si è concluso il festival a Ghilarza con esperti nazionali e addetti del settore da tutta l’isola
Ghilarza Si chiude il sipario su “Once upon a place”, il festival che esplora il potere delle narrazioni dei territori, organizzato da Cadossene, ha chiuso la sua quarta edizione con una giornata all’insegna delle trasformazioni del racconto nel settore turistico e delle tendenze sostenibili.
La giornata finale: il turismo che cambia
Sul palco dell’auditorium di Ghilarza, sede di quest’anno, il capitolo dei "Movimenti” ha affrontato le opportunità offerte dal turismo delle radici e dalle sue narrazioni insieme a Mario Paffi e Daniela Bavuso in dialogo con Gianluigi Tiddia. Il turismo delle radici come una forma di viaggio che permette agli emigrati e ai loro discendenti di visitare i luoghi di origine della propria famiglia, con l'obiettivo di riconnettersi con le proprie radici culturali, storiche e genealogiche, offrendo un’esperienza personale e significativa.
Un settore sul quale la Sardegna sta investendo con grande attenzione e dove la comunicazione ricopre un ruolo assolutamente centrale per attrarre, coinvolgere e creare legami che possano generare indotto turistico grazie ai viaggi delle radici. Sui temi della memoria, appartenenza e radici, ha fatto riferimento anche l’intervento brillante di Marta Aidala, autrice del libro “La Strangera”, intervistata dalla giornalista Giulia Sanna.
Roberta Garibaldi, principale esperta del turismo enogastronomico in Italia, in dialogo con Jessica Cani e Maurizio Orgiana, ha evidenziato come l’approccio alla narrazione dei luoghi e del cibo oggi debba essere capace di valorizzare le specificità locali, integrando autenticità e sostenibilità. La narrazione diventa tradizione e cultura, «ma può rafforzare anche quel senso di appartenenza e conservazione di un patrimonio fatto di cucine, ricette, tradizioni che non possiamo permetterci di perdere – aggiunge Garibaldi – La narrazione enogastronomica aiuta a costruire un legame emotivo con il pubblico, rafforza l’identità e può rendere un territorio davvero protagonista».
Tema centrale anche quello della sostenibilità con Emma Taveri, esperta di turismo e sviluppo territoriale e ceo di “Destination makers”. Secondo Taveri, le destinazioni possono trasformarsi in veri e propri hub per ripensare il turismo in una direzione più sostenibile, responsabile e consapevole.
A chiudere il festival, la sessione "Approdi" sulle prospettive future e innovazioni che stanno modellando il turismo di domani. Carlotta Barina, Roberta Bosu, Arian Müller e Fabrizio Contini hanno portato esempi concreti e nostrani sul tema del turismo sostenibile.
Niccolò Pennestre, Concetta D’Emma, Giacomo Andreani e Giulio Selvazzo hanno invece condiviso pillole di creatività e strategie innovative adottate in diverse realtà italiane, con un occhio al tema dell’ospitalità accessibile, «che migliora e rende il turismo più inclusivo», racconta Roberto Vitali, co-fondatore e ceo di Village for all.
A chiudere il festival, Fabio Viola, esperto di gamification delle destinazioni, che ha esplorato le potenzialità del gioco applicato al turismo. «Raggiungere le nuove generazioni significa anche lavorare sui paesaggi digitali - afferma Viola - oggi un territorio si racconta anche attraverso ecosistemi digitali portando i propri messaggi e esperienze nei tempi e nei luoghi dei pubblici internazionali». Carolina Orlandi e Marcello Fadda hanno tenuto un laboratorio pratico su come creare un reportage.
Il commento
«Once Upon A Place è nato per dimostrare che ogni luogo ha una storia da raccontare e che questa storia, se narrata nel modo giusto, può trasformarsi in una leva potente per il turismo e lo sviluppo locale – ha spiegato Maurizio Orgiana, organizzatore della manifestazione –. Siamo felici di aver messo un nuovo punto nella mappa delle destinazioni qui a Ghilarza, un luogo che ora non è più solo un punto geografico, ma uno spazio narrativo ricco di significati e potenzialità per chi lo abita e per chi lo visita».