Lavoro precario e mutui elevati, la casa in Sardegna diventa un miraggio
Nel 2024 le compravendite sono diminuite di quasi il 5 per cento. Gianfranco Atzeni: «Necessario adeguare i costi degli immobili al loro reale valore»
Sassari L’emergenza abitativa in Sardegna sembra coinvolgere sempre di più tutti i settori del mercato immobiliare e a farne le spese, in un modo o nell’altro, sono sia i proprietari degli immobili che i potenziali acquirenti o inquilini. Il fenomeno del caro affitti a lungo termine coinvolge praticamente tutti i territori dell’isola, dalle aree urbane a quelle costiere e i motivi sono molteplici, si va dall’aumento dei tassi di interesse dei mutui, che hanno disincentivato le compravendite, al conseguente aumento di domanda di case in affitto a lungo termine e da qui, l’inevitabile incremento dei prezzi delle locazioni. Ma, come ci spiega il docente di economia del Dipartimento di Scienze economiche e aziendali dell’Università di Sassari Gianfranco Atzeni, ci sono tanti altri aspetti di cui bisogna tener conto.
«Con l’aumento dei tassi dei mutui, avvenuto tra la fine del 2022 e il 2023, in Sardegna le compravendite di immobili sono scese di quasi il 5% nel 2024 – afferma Atzeni -. C’è stato un aumento significativo delle locazioni brevi, di quasi l’11%, ma anche delle porzioni di abitazioni, di quelle a canone agevolato, per gli studenti, e di quelle a canone concordato. In sintesi, tutto questo ha determinato la situazione attuale che possiamo quasi definire di attesa. Chi ha bisogno di una casa si è trovato di fronte a tassi aumentati del 2%, a prezzi delle abitazioni che sono cresciuti, anche al di là del valore reale, considerato che il nostro patrimonio immobiliare è mediamente vetusto e spesso è necessario anche dover ristrutturare. Aggiungerei che anche per i proprietari l’atteggiamento è stato quello di chi intende capire cosa accadrà al mercato.
Per vendere attendono che i tassi scendano e, davanti ad una tassazione elevata sui redditi di affitto, preferiscono non rischiare una locazione a lungo termine». A tutto questo si aggiunge anche la situazione del mercato del lavoro in Sardegna che contribuisce a rendere l’emergenza ancora più complicata da risolvere.
«Non dobbiamo dimenticare che nell’isola sono diminuiti i contratti a tempo indeterminato – prosegue Atzeni – e quindi questa maggiore precarizzazione rende sempre più difficile accedere al credito e poter ottenere un mutuo. Crescono i cosiddetti soggetti non bancabili che a quel punto non possono che andare verso il mercato degli affitti, aumentando e di tanto la domanda. Purtroppo, a questo bisogna aggiungere che le stesse persone sono anche quelle considerate più a rischio di morosità». Quali sono le prospettive di questo mercato che sembra vivere un momento di continua attesa?
«I tassi sono già diminuiti sensibilmente – afferma ancora Gianfranco Atzeni – e questo è sicuramente un fatto che può far guardare con maggiore ottimismo, ma ovviamente non può bastare. Per invertire la tendenza bisogna intervenire su più fronti. Per prima cosa penso che i prezzi degli immobili debbano essere più adeguati al loro reale valore. Sugli affitti le politiche che si possono adottare sono quelle degli incentivi a favore dei proprietari, quindi una tassazione IRPEF sui redditi da locazione più favorevole. C’è già stata una riduzione ma se fosse ancora più marcata di certo gli effetti sarebbero ben più evidenti. E poi disincentivare gli affitti brevi, e questo si sta già provando a farlo. C’è poi l’ultimo aspetto che riguarda la domanda. È evidente – conclude Atzeni – che se si dovessero introdurre misure a sostegno di chi deve acquistare una casa la domanda di affitti calerebbe immediatamente e con essa anche il prezzo delle locazione».