Viaggi all’estero, chat criptate, locali compiacenti: cosa sappiamo del traffico di droghe sintetiche
I carabinieri hanno eseguito sette misure cautelari e nove arresti
Cagliari Tutto cominciava da lontano. Dai viaggi all’estero di Matteo Putzu, dj 31enne di Maracalagonis, individuato come principale indagato nell’indagine condotta dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Cagliari, con il coordinamento della Direzione Investigativa Antimafia e arrestato stamani, 7 aprile. Non si trattava di semplici trasferte per suonare o partecipare a eventi: secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, quelle mete erano funzionali al mantenimento di canali di approvvigionamento di droghe sintetiche, in particolare ketamina.
Una volta organizzato il carico, entrava in gioco una rete strutturata di corrieri, in grado di trasportare la merce fino in Sardegna eludendo i controlli. Emblematico il caso di un autocarro appositamente modificato per occultare oltre 4 chili di ketamina liquida, uno dei sequestri chiave dell’intera operazione. Tutto veniva pianificato e gestito attraverso app di messaggistica criptata come Telegram, Signal e WhatsApp. Questi strumenti, scelti per la loro elevata protezione e possibilità di autodistruzione dei messaggi, erano utilizzati per organizzare logistica, forniture, spedizioni e pagamenti. Una volta arrivate a destinazione, le sostanze – ketamina, MDMA, cocaina, hashish, marijuana e anche 2C-B – venivano distribuite nel cuore della movida cagliaritana, soprattutto nei locali notturni di Cagliari e dell’hinterland.
I luoghi scelti non erano casuali: spesso si trattava di serate ed eventi organizzati dagli stessi indagati, che operavano come dj o promoter. In quel contesto, il consumo di droga veniva proposto come componente “normale” del divertimento, con un target molto giovane.
In poco più di un anno di indagini, i carabinieri hanno ricostruito una rete che si muoveva con efficienza e discrezione. I risultati parlano da soli: sette misure cautelari eseguite (quattro in carcere, tre ai domiciliari), nove arresti in flagranza, 15 chili di stupefacenti sequestrati, oltre 19.500 euro in contanti recuperati. Un traffico capillare, che sfruttava musica, tecnologia e contatti internazionali per alimentare un mercato illegale tanto silenzioso quanto pericoloso, soprattutto per i più giovani.