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Servizi sessuali, escort e agenzie di incontri: arriva il codice Ateco

Servizi sessuali, escort e agenzie di incontri: arriva il codice Ateco

Spunta la voce “hot” nell’elenco delle attività economiche. Ed è subito polemica politica

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Roma Spunta una voce 'hot' nel nuovo elenco Ateco per classificare le diverse attività economiche. Secondo quanto riporta il sito Open, nella lunga lista stilata dall'Istat compare infatti un codice dedicato alla prostituzione: il 96.99.92. Indicato con un generico 'Servizi di incontro ed eventi simili', la nuova categoria include: le attività connesse alla vita sociale, ad esempio attività di accompagnatori e di accompagnatrici (escort), di agenzie di incontro e agenzie matrimoniali; la fornitura o organizzazione di servizi sessuali, organizzazione di eventi di prostituzione o gestione di locali di prostituzione; l'organizzazione di incontri e altre attività di speed networking. L'attività di prostituzione non è illegale in Italia, a patto che sia svolta volontariamente da una persona adulta e capace di intendere e di volere. A costituire reato sono lo sfruttamento e il favoreggiamento di queste attività.

La novità introdotta con il nuovo codice Ateco, dunque, dovrebbe far uscire la prostituzione una volta per tutte da quella zona grigia fiscale in cui è stata sempre rilegata. Ma, si osserva, "sorge il dubbio" che i nuovi codici Ateco possano essere in conflitto con le leggi in materia, rischiando di regolarizzare dal punto di vista fiscale una serie di attività che costituiscono reato. La nuova classificazione infatti regolarizza dal punto di vista fiscale non solo l'attività di chi si prostituisce ma anche l'organizzazione di servizi sessuali, l'«organizzazione di eventi e la gestione di locali di prostituzione», attività che si configurano come reato di sfruttamento della prostituzione con reclusione da quattro a otto anni e una multa da 5mila a 25mila euro. 

Le reazioni «Se confermato, sarebbe grave che il fisco prevedesse nei nuovi codici Ateco l’organizzazione di servizi sessuali. Perché è vero che la prostituzione in Italia non è illegale, ma lo sono tutte le attività di favoreggiamento, sfruttamento e induzione. Esattamente ciò che va a regolarizzare, dal punto di vista fiscale, la nuova classificazione». Lo dichiara in una nota la senatrice Alessandra Maiorino, vicecapogruppo M5S al Senato. «Un orientamento palesemente in conflitto - afferma - con le leggi esistenti e sul quale sto depositando un`interrogazione al ministro Urso. Come è possibile che si vada così palesemente in contrasto con le leggi esistenti? Chi lo ha deciso? Stiamo parlando di attività che creano una zona grigia, lasciando spazio a sfruttamento e tratta. Vogliamo delle spiegazioni», conclude Maiorino.

«Destano forte perplessità le novità introdotte (se confermate) dalla nuova classificazione Ateco 2025, nella quale compare un codice che comprende l'attività 'di accompagnatori e accompagnatrici, servizi sessuali, organizzazione di eventi di prostituzione e gestione di locali connessi'». Lo dichiara il deputato Paolo Ciani, segretario di Democrazia solidale-demos. «Mentre ogni giorno si combatte contro la tratta di esseri umani e lo sfruttamento sessuale, un sistema di classificazione statale legittimerebbe fiscalmente attività che - pur in assenza di un divieto esplicito della prostituzione - sono strettamente connesse a reati come il favoreggiamento, l'induzione e lo sfruttamento – prosegue Ciani -. La regolazione fiscale non può prescindere da un chiaro inquadramento giuridico. Il rischio concreto è quello di aprire una pericolosa zona grigia, in cui a rimetterci saranno ancora una volta le persone più vulnerabili, in particolare le donne, spesso vittime di tratta o ricattate in situazioni di marginalità. Serve subito un chiarimento da parte del Governo su modalità e ragioni di una simile decisione. Appare una scelta ambigua e pericolosa: si è valutato l'effetto che può avere una norma del genere, proprio mentre le istituzioni locali e il terzo settore lavorano ogni giorno per contrastare lo sfruttamento e offrire percorsi di uscita e di autonomia alle vittime?», conclude Ciani.

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