«Mi chiamo Piero e sono alcolista»: a 80 anni racconta la sua rinascita
Sassari, la storia di chi ha vissuto il dramma dell’alcolismo e ne è uscito
Sassari Un aspetto profondissimo del percorso di guarigione è rappresentato dal buon esempio che contagia. Questa dinamica ha un nome potentissimo: testimonianza. Chi ce l’ha fatta, chi ha affrontato la vergogna, la ricaduta, la paura, diventa credibile, umano, vicino. Lo hanno raccontato all'open day del SSD Alcologia della Asl di Sassari i rappresentanti delle associazioni attive nel territorio: Alcolisti Anonimi, Al-Anon e ACAT- camminiamo insieme di Sassari e Alghero.
«I nostri club territoriali sono formati da nuclei familiari - spiega Antonella Pitzalis di Acat - e con l’aiuto di un “facilitatore” si lavora con tutto il gruppo, compresi i bambini. Si aiuta la famiglia, tra le altre cose, a modificare dei meccanismi non funzionali al percorso di guarigione; spesso, dove c’è un alcolista attivo, che definiamo in gergo “bagnato”, vi è un alcolista “asciutto” che può essere un familiare che non beve ma che, attraverso un atteggiamento giudicante o una relazione tossica, alimenta il circolo vizioso della dipendenza. Ci sono famiglie sobrie da tanti anni, addirittura ventinove, che continuano a frequentare i club e a offrire il proprio sostegno per rendere virtuoso il cammino di altri».
E un ex alcolista che sceglie di raccontarsi può diventare la scintilla che accende il primo passo verso la sobrietà di qualcun altro. Come nel caso di Piero, alla soglia degli ottant’anni con trenta di dipendenza e sobrio da ben ventidue. Lui è ispiratore per tantissimi e tantissime che affrontano il percorso di guarigione nel gruppo Alcolisti Anonimi di Sassari. «Mi definisco alcolista anche se non tocco un goccio da tanti anni», ha ammesso, accompagnato da Cristian e Gianni, che vivono il percorso di rinascita da un paio d’anni appena. «L’alcolismo è una malattia e va curata per quello che è, ma penso che sia necessaria maggiore consapevolezza e sempre più informazione per non demonizzare l’alcol ma non rischiare di abusarne. Ho scelto di non bere più perché ho conosciuto questa trappola. Ma la via d’uscita esiste e siamo qui a raccontarlo». (r.f.)