Tra le dieci evasioni di Graziano Mesina anche una per amore: ecco la storia
Nel 1985 venne arrestato dai carabinieri a Vigevano mentre era a letto con la giovane donna
Sassari Era il 18 aprile del 1985: Graziano Mesina e la fidanzata Valeria Fusè sono in manette davanti ai flash dei fotografi corsi a Vigevano per non perdere lo scoop. Nessun dubbio. Per tutti, l’ultima evasione di Grazianeddu, è realmente una fuga d’amore. Finito più volte in carcere, poi evaso, in quell’anno aveva ottenuto un permesso di tre giorni. Tre ore al giorno di libertà, durante le quali avrebbe dovuto andare a trovare la madre a Orgosolo. Un altro di dodici ore gli permetteva di fare visita al fratello a Crescentino, paese del piemontese dal quale non fece ritorno.
Manette ai polsi, fuori dall’appartamento di via D’Avalos a Vigevano – dove i carabinieri lo arrestano in mutande – i cronisti cominciarono a tempestarlo di domande. «Graziano come stai?» chiede il giornalista sardo che si fa largo fra il folto gruppo di colleghi dei quotidiani nazionali. «Ma la ragazza? Te la sposi?» continua il cronista. «Se esco», replica Mesina.
Valeria Fusè, all’altare, non arriverà mai. Lei gli scriveva, lui rispondeva dal carcere. Per amore, Mesina raggiunse la ragazza a Milano, dopo che aveva iniziato a scrivergli tenere lettere d’amore. Una favola dai contorni mai chiariti. Lei, giovane, timida e di buona famiglia. Lui, uomo di Supramonte, cresciuto a pane e balentia, alle prese con i reati dall’età di 14 anni. Si amavano, così come quella mattina all’alba, sorpresi a letto dai carabinieri.