Messa in suffragio di Papa Francesco a Cagliari, monsignor Baturi: «È sempre stato tra la gente»
L’arcivescovo e segretario generale della Cei: «Tra le immagini che ci restano, il suo primo viaggio a Cagliari»
Cagliari «Certamente c’è sgomento, una notizia che non ci aspettavamo. Il Papa aveva affrontato e superato delle crisi importanti nei mesi passati. Ieri lo abbiamo visto tra la folla, nel luogo che tanto amava, dal balcone centrale della Basilica, dove si mostrava al popolo. Non possiamo che essere profondamente addolorati, sgomenti, ma anche certi della speranza. Il Papa è stato chiamato da Cristo risorto a godere della Sua presenza, proprio nel giorno in cui celebriamo la Resurrezione»: questa è la reazione di monsignor Giuseppe Baturi, arcivescovo di Cagliari e segretario generale della Cei. Questa sera, oggi 21 aprile, alle ore 19, nella Cattedrale di Cagliari, l’arcivescovo presiederà una santa messa in suffragio.
«Il Papa ha vissuto la malattia senza vergogna, raccontandola con grande responsabilità, ma sempre con un impegno costante. Anche nei giorni più difficili ha continuato a lavorare intensamente, con comunicazioni, documenti e messaggi fino a ieri. La grande preghiera per la pace, per il rispetto della dignità umana, è stata l’ultima sua immagine. Ha iniziato il suo cammino tra la gente e ha concluso il suo percorso nel medesimo modo, chiedendo pace. Ha cercato instancabilmente di ripristinare condizioni di libertà e giustizia nel mondo, per salvaguardare la dignità di ogni uomo. Tra le immagini che ci restano, ricordo il primo viaggio del Papa a Cagliari. Nel settembre del 2013 era stato a Lampedusa, e poco dopo venne qui, portando con sé un legame speciale con la nostra città, in particolare con la Madonna di Bonaria, che ha un forte legame con Buenos Aires. Quando mi ha nominato vescovo di Cagliari, il Papa mi ha voluto parlare per condividere con me il suo affetto per questa città, anche per il legame con la Madonna di Bonaria. Quando venne qui, pronunciò un discorso bellissimo, chiedendo di ricevere lo sguardo di misericordia della Madre, ma anche di saper guardare con misericordia reciproca. Ha incontrato la realtà della città, della diocesi, il mondo della cultura, dei giovani, del lavoro, dei carcerati, delle suore di clausura, volendo farsi tutto per tutti».