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Nell’isola le tasse pesano per 7,5 miliardi di euro: il reddito medio di poco superiore ai 19mila euro

Nell’isola le tasse pesano per 7,5 miliardi di euro: il reddito medio di poco superiore ai 19mila euro

Quasi trecentomila sardi dichiarano meno di 10mila euro. Gli autonomi 50mila di media. L’evasione incide per 17 euro su 100 incassati

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Tanto o poco? Stritolati o salvati? Ogni anno, per i lavoratori dipendenti, ogni mese per gli autonomi, si vivono giorni d’ansia nell’attesa di sapere quanto si dovrà, in linea teorica, pagare di tasse. Anche i sardi hanno un rapporto a dir poco dialettico con il Fisco, visto anche qui come il rapace che strappa quanto guadagnato con sudore nel corso di una vita. Vero o falso? A ciascuno la risposta a una domanda però sbagliata. La domanda corretta è invece “perché”. Anche qui ognuno ha le sue, di ragioni. Se ne possono citare alcune: paghiamo più tasse del dovuto perché abbiamo un debito pubblico enorme (vero); il nostro sistema fiscale è troppo complesso se paragonato a quello di altri paesi (vero); manteniamo con le nostre tasse un esercito di dipendenti pubblici (falso); paghiamo più tasse della media europea (falso). Alla fine rimane un dato ineludibile: le tasse vanno pagate perché sono lo strumento che ci consente di esistere comune comunità e permette di erogare servizi essenziali, a cominciare dalla sanità. Questo ragionamento vale ancor di più per la Sardegna, visto che, come recita lo Statuto, le entrate della Regione sono costituite per la maggior parte con le imposte riscosse nell’isola: volendo semplificare, l’evasione fiscale presente nell’isola, circa 17 euro ogni 100 incassati, secondo alcuni studi, fa in primo luogo male ai sardi stessi, perché le imposte pagate, nella maggior parte dei casi non superano il Tirreno. Lo Statuto infatti prevede che siano attribuiti alla regione i 7 decimi dell'Irpef e dell'Irap, i 9 decimi delle imposte ipotecarie, bollo e registro, concessioni, energia elettrica, fabbricazione (accise), i 5 decimi delle imposte sulle successioni e donazioni, i 9 decimi dell'Iva e i 7 decimi di tutte le altre entrate erariali.

A queste imposte si possono aggiungere le addizionali comunali e regionali, ma alla fine si tratta di poca cosa. Tradotto in miliardi di euro la Sardegna si alimenta soprattutto con 7,5 miliardi di euro provenienti dalla tassazione diretta e indiretta. Prendiamo il volume più consistente quello dei contribuenti Irpef: si tratta di 1,042 milioni di contribuenti (dati da Istat su anno di imposta 2021), con un reddito di poco inferiore ai 20 miliardi, con 51 per cento del totale da lavoro dipendente e il 35 per cento da pensione. Il reddito medio complessivo è di poco superiore ai 19mila euro, 15 punti percentuali in meno della media nazionale, ma sei punti in più della media del Sud. La Sardegna è la seconda regione del Mezzogiorno (dopo l’Abruzzo) per reddito complessivo medio dichiarato. Anche in Sardegna, così come nel resto del Paese, sono i lavoratori autonomi a dichiarare il reddito medio più elevato, pari a 50mila euro, (15,9 punti percentuali in meno rispetto alla media nazionale). Seguono le imprese individuali in contabilità ordinaria con 39mila euro (con 18 punti in meno rispetto alla media), i lavoratori dipendenti con 18mila euro (15,4 punti in meno rispetto alla media nazionale), i pensionati con 17.619 Euro (7,2 punti in meno rispetto al valore medio nazionale) e, poco sotto, le imprese con contabilità semplificata, (20,9 punti in meno rispetto alla media nazionale Dalla fotografia dei contribuenti sardi, attraverso i dati Istat, i più attendibili, ma all’origine disaggregati, emerge una Sardegna povera. Coloro che dichiarano redditi tra zero e diecimila euro, e che quindi, se presentano un Isee corrispondente hanno diritto a esenzioni e servizi gratuiti, sono 349mila. Da 10 a 15mila, si scende a 150mila. In pratica poco meno della metà dei contribuenti sardi dichiara un reddito mensile vicino ai 1000 euro. Salendo di classi, e vedendo quella da 15 a 26mila, vediamo che il numero di contribuenti si restringe a 303mila, per poi passare nella classe da 26 a 55mila euro a 204 mila contribuenti. Dopo i numeri si restringono, e di molto. Nella classe di reddito da 55 a 75mila euro, ci sono solo 17mila dichiarazioni dei redditi. Si scende a 13mila per coloro che dichiarano tra 75 e 120mila euro di reddito (riferimento è sempre al 2021, ultimo dato statistico disponibile) per arrivare infine a una manciata di contribuenti, poco più di 4500, che dichiarano oltre 120mila euro di imponibile. Di questi 194 nella provincia di Nuoro, 232 a Oristano, poco più di 1300 nella Provincia di Sassari e il resto nel sud-Sardegna. I numeri riferiti ai Comuni e alle classi di reddito, nascondono una piccola incognita. Nelle tabelle, compiono diversi zeri e caselle vuote; (ad esempio nel comune di Calangianus il numero totale di contribuenti è ufficiosamente 2630, ma a questo dato vanno sommati i contribuenti, non resi pubblici, nell’ultima classe di reddito, quella oltre i 120mila euro: il dato, inferiore o uguale a 3, è però coperto proprio a causa del segreto statistico, per non rendere identificabile i soggetti interessati.

A questi dati corrispondono i redditi globali, sempre divisibili per comune e per classi. Il totale sardo, al 2021 è di 19,7 miliardi di reddito imponibile, ma anche qui non compaiono i redditi, nei comuni, riferiti a meno di tre contribuenti. I più ricchi contribuiscono, perla quota oltre i 120mila euro, con 851milioni di imponibile. Ben diversi i dati per coloro che hanno redditi più bassi e che, sono molto più numerosi. Nelle due categorie da 15 a 26mila e da 26mila a 55mila, l’imponibile dei sardi è sui 13 miliardi. Molto più basso quello per chi ha redditi inferiori, anche se più numerosi: per la fascia da zero a 15mila euro, l’imponibile è inferiore ai 3,4 miliardi. I dati sopra indicati sono tutti riferiti ai redditi, sui quali si pagano le tasse. Ma non in misura equivalente in tutto il paese. Alle aliquote generiche si devono aggiungere anche le addizionali comunali e regionali, che pur con importi ridotti, fanno salire il monte globale delle tasse pagate dai sardi. Nella speciale classifica regionale l’isola si colloca a metà classifica tra le regioni italiane. Se a questi valori si sommano tassa sui rifiuti, Imu e le assicurazioni per l’autovettura, l’isola sale, purtroppo al quarto posto.

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