Porto Torres, la Torre Aragonese danneggiata dai vandali
Scritte e simboli imbrattano da alcuni giorni le mura della struttura medievale di avvistamento
PORTO TORRES. I vandali che imbrattano con scritte e simboli le strutture pubbliche sono tornati in azione per creare problemi di decoro a un altro sito storico cittadino. A qualche settimana dalle scritte lasciate sulla facciata della chiesetta di Balai Vicino - rimosse poi dall’intervento degli operatori della Geosar -, questa volta i cretini di turno si sono invece accaniti con le mura della Torre Aragonese pensando, magari, di lasciare qualche scritta artistica per i posteri. Atti da condannare sempre e comunque questi che vanno a ledere il patrimonio storico di Porto Torres, senza dimenticare poi che proprio la Torre era diventata qualche anno fa il simbolo della lotta operaia dei cassintegrati per difendere i posti di lavoro “scippati” dalla chiusura degli impianti della chimica tradizionale. Forse chi lascia questi segni insignificanti e dannosi non conosce la storia recente di una comunità che, proprio sul lavoro, aveva trovato l’unità di intenti per cercare di uscire dalla crisi economica e occupazionale convocando al capezzale della Torre Aragonese politici regionali e ministri della Repubblica. C’è oggettivamente un problema di controllo nei punti sensibili del territorio comunale: il fatto che gli ultimi episodi di vandalismo grafico hanno riguardo due strutture storiche - verificatisi con molta probabilità alla luce del sole - la dice davvero lunga sulla sfrontatezza di chi commette questi atti illegali. Oltre un anno fa i vandali presero di mira le scuole elementari e medie, lasciando scritte sui muri, cercando di scassinare la macchina di merende e bibite e facendo uscire la schiuma dagli estintori per distribuirla sui pavimenti. Anche allora, come oggi, si era fatto un ragionamento urgente sulla possibilità di installare quanto prima delle telecamere. (g.m.)