La Nuova Sardegna

Sassari

Sassari, un “imbuto formativo” sta distruggendo la sanità

Giovanni Bua
Sassari, un “imbuto formativo” sta distruggendo la sanità

La chiusura della scuola di specializzazione di Cardiologia è la punta dell’iceberg. Nei 19 corsi dell’Uniss ben 65 posti non sono assegnati per mancanza di fondi 

04 dicembre 2019
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SASSARI. Un imbuto formativo, con un’uscita sempre più stretta. E, dall’altra, una carenza sempre più drammatica di medici specialisti. È una “tempesta perfetta” quella che si sta abbattendo sul sistema sanitario isolano. E Sassari, con le sue scuole di specializzazione in dismissione, ne è protagonista.

L’ultimo caso è quello della scuola di Cardiologia, a un passo dalla serrata. Come certifica la delibera 913 del 21 novembre dell’Aou che pur non citando direttamente Cardiologia, modifica l’atto aziendale senza tener conto del “patto salvascuola” che prevedeva il passaggio della direzione della struttura complessa da un ospedaliero a un universitario, condizione indispensabile per salvare la scuola secondo le regole ministeriali.

Ma i paradossi non sono finiti. Se infatti il gioco dei primariati rischia di travolgere una delle migliori e più importanti scuole di specializzazione del territorio, e a ruota una delle strutture complesse più efficienti e performanti, anche le scuole in attività devono combattere con le assurdità della programmazione sanitaria.

Mentre la carenza di medici, complici i pensionamenti di quota 100, si fa drammatica e si assiste negli ultimi tre anni al raddoppio dei medici sardi che hanno lasciato l’isola per specializzarsi, rimanendo oltretutto vincolati nelle regioni di arrivo dai 2 ai 5 anni, le scuole di specializzazione sarde non riescono a completare i posti assegnati per carenza di borse.

A fare i conti il Mèigos. «Dai posti a bando nel concorso SSM19 – spiega il direttivo – risultava un accreditamento ministeriale per 410 borse per le specializzazioni in medicina. Di queste, solo 247 sono state finanziate nel recente concorso, 215 con fondi ministeriali e 32 con fondi regionali, dato ancor più paradossale se si guarda agli oltre 200 medici abilitati che anche quest’anno rimarranno fuori dalle scuole di specializzazione». A Sassari le scuole con capacità formativa soddisfatta pienamente sono solo 6 su 19. Le altre 13 hanno ancora disponibilità di offerta sulla base degli iscrivibili di 65 posti. Con ben 17 borse mancanti in anestesia, 7 in oculistica, 6 in malattie infettive, solo per citarne alcune. Una parziale soluzione potrebbe arrivare dall’approvazione del progetto di legge 41 depositato in Regione ad agosto 2019. Che prevede la scelta di criteri più adatti per l’assegnazione delle borse finanziate dalla Ras, l’implementazione del numero di borse, il rafforzamento delle reti formative che permettano da subito l’ingresso di medici specializzandi nei reparti dell’isola e di specialisti nel futuro più prossimo.

Il tutto mentre nell’Isola è previsto, nei prossimi cinque anni, un ammanco di 1154 medici specialisti dipendenti e sino alle 2000 unità se si comprende la libera professione.

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