I Candelieri nelle strade senza alcuna restrizione a Sassari
di Giovanni Bua
L’assessora Useri in commissione: «Torniamo lentamente alla normalità» Sulle polemiche per il rinvio della Cavalcata: «L’altra possibilità era annullarla»
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SASSARI. I Candelieri torneranno a ballare nel cuore della città. Arriva quasi per caso la notizia più attesa dai sassaresi, nel mezzo di una caldissima audizione dell’assessora alla Cultura Laura Useri in III commissione, chiesta dalle opposizioni a metà marzo e convocata, tra non poche polemiche, ieri mattina. A darla il dirigente del settore Cultura, Antonio Solinas, chiamato a riferire insieme all’assessora M5s sulle grandi manifestazioni cittadine. «Stiamo lavorando su un’edizione dei Candelieri “piena” – ha spiegato – come quella del 2019 pre-pandemia. Chiaramente salvo nuovi sviluppi della situazione sanitaria».
Addio dunque (tenendo le dita incrociate) alle dolorose quanto inevitabili versioni bonsai del 2020, con la drammatica messa con i ceri già in chiesa mentre Sassari era flagellata dal Covid e i morti si contavano a decine, e del 2021, con le discese singole dei gremi e il ballo liberatore esploso nella piazza di Santa Maria. E bentornate anche alle manifestazioni collaterali: «La città si sta aprendo – ha sottolineato l’assessora Useri –. Stiamo lavorando per tornare a una semi normalità. Perché è chiaro a tutti che la pandemia non è alle spalle, e serve positività, ma anche prudenza».
Un raggio di sole in una seduta per il resto durissima, quasi totalmente dedicata alla decisione di rinviare la Cavalcata Sarda dalla classica penultima settimana di maggio alla primo fine settimana di settembre. «Chi ci attacca – ha sottolineato Useri – non conosce cosa comporta l’organizzazione della Cavalcata, che non può essere certo raffrontata a un concerto o a una sagra. È una macchina complessa che non si improvvisa. La Struttura è altamente qualificata e sa perfettamente quali sono le dinamiche e quindi sa che non si può improvvisare dal 31 marzo a fine maggio».
Sulla delusione degli operatori, che aspettavano un grande evento per maggio: «Spostare la Cavalcata non è stata una scelta che non ha tenuto in considerazione le esigenze degli operatori economici. Tanto che a maggio ci saranno altri eventi. Il Maggio sassarese, con il ritorno dopo due anni di Monumenti Aperti il 21 e il 22 maggio. Sassari Estate, con la manifestazione di interesse che sarà pubblicata a breve. I Candelieri, e tutte le manifestazioni di contorno. E infine la Cavalcata, in un momento in cui la stagione è ancora in corso, perfetto suggello agli eventi estivi cittadini».
Una scelta “pesante”, che altre città non hanno fatto, con Sant’Efisio regolarmente in programma il 1 maggio a Cagliari, e Olbia che sta partendo in questi giorni con un serrato programma di manifestazioni culturali, sportive, turistiche. «La Cavalcata – ha replicato Useri – non è assimilabile a Sant’Efisio, che comunque sarà in versione ridotta. Né a tutti gli eventi di Olbia. Per mettere in moto la macchina a dicembre avremmo dovuto stravolgere la manifestazione, programmarla in maniera ridotta, e senza le risorse della Regione, che le riconosce solo per eventi organizzati nella loro totalità». A dare qualche dettaglio tecnico in più il dirigente Solinas: «Lo stato di emergenza è stato prorogato 3 volte. Non c’era certezza che finisse il 31 marzo. E comunque non potevamo proporre il piano di sicurezza alla Prefettura fino allo scadere. Da lì discendono una serie di decisioni che non potevano essere prese prima. E di adempimenti di legge che hanno tempistiche ben precise, affidamenti, logistica, l’accoglienza di migliaia di figuranti, i rapporti con 135 tra associazioni ed enti. Le scelte erano due: annullarla o spostarla. E vi assicuro che, anche per fare tutto a settembre, non ci sarà da perdere un secondo».
Addio dunque (tenendo le dita incrociate) alle dolorose quanto inevitabili versioni bonsai del 2020, con la drammatica messa con i ceri già in chiesa mentre Sassari era flagellata dal Covid e i morti si contavano a decine, e del 2021, con le discese singole dei gremi e il ballo liberatore esploso nella piazza di Santa Maria. E bentornate anche alle manifestazioni collaterali: «La città si sta aprendo – ha sottolineato l’assessora Useri –. Stiamo lavorando per tornare a una semi normalità. Perché è chiaro a tutti che la pandemia non è alle spalle, e serve positività, ma anche prudenza».
Un raggio di sole in una seduta per il resto durissima, quasi totalmente dedicata alla decisione di rinviare la Cavalcata Sarda dalla classica penultima settimana di maggio alla primo fine settimana di settembre. «Chi ci attacca – ha sottolineato Useri – non conosce cosa comporta l’organizzazione della Cavalcata, che non può essere certo raffrontata a un concerto o a una sagra. È una macchina complessa che non si improvvisa. La Struttura è altamente qualificata e sa perfettamente quali sono le dinamiche e quindi sa che non si può improvvisare dal 31 marzo a fine maggio».
Sulla delusione degli operatori, che aspettavano un grande evento per maggio: «Spostare la Cavalcata non è stata una scelta che non ha tenuto in considerazione le esigenze degli operatori economici. Tanto che a maggio ci saranno altri eventi. Il Maggio sassarese, con il ritorno dopo due anni di Monumenti Aperti il 21 e il 22 maggio. Sassari Estate, con la manifestazione di interesse che sarà pubblicata a breve. I Candelieri, e tutte le manifestazioni di contorno. E infine la Cavalcata, in un momento in cui la stagione è ancora in corso, perfetto suggello agli eventi estivi cittadini».
Una scelta “pesante”, che altre città non hanno fatto, con Sant’Efisio regolarmente in programma il 1 maggio a Cagliari, e Olbia che sta partendo in questi giorni con un serrato programma di manifestazioni culturali, sportive, turistiche. «La Cavalcata – ha replicato Useri – non è assimilabile a Sant’Efisio, che comunque sarà in versione ridotta. Né a tutti gli eventi di Olbia. Per mettere in moto la macchina a dicembre avremmo dovuto stravolgere la manifestazione, programmarla in maniera ridotta, e senza le risorse della Regione, che le riconosce solo per eventi organizzati nella loro totalità». A dare qualche dettaglio tecnico in più il dirigente Solinas: «Lo stato di emergenza è stato prorogato 3 volte. Non c’era certezza che finisse il 31 marzo. E comunque non potevamo proporre il piano di sicurezza alla Prefettura fino allo scadere. Da lì discendono una serie di decisioni che non potevano essere prese prima. E di adempimenti di legge che hanno tempistiche ben precise, affidamenti, logistica, l’accoglienza di migliaia di figuranti, i rapporti con 135 tra associazioni ed enti. Le scelte erano due: annullarla o spostarla. E vi assicuro che, anche per fare tutto a settembre, non ci sarà da perdere un secondo».