Nulvi, Sa Essida emoziona ancora: i ceri accolti tra due ali di folla
Migliaia di visitatori estasiati al corteo dei tre Candhalesis
Nulvi «Sa Essida non è, né può essere, una processione e neppure una sfilata: è una moltitudine di individui, un’intera popolazione che scopre di essere comunità, unisce le singole forze in una e cammina all’unisono con fatica gioiosa tra le abitazioni, nutrita da una fede arcaica ma ancora viva e da una speranza condivisa. Nessuno è mero spettatore, tutti sono protagonisti».
Così scrive nel suo libro don Antonio Addis raccontando “Sa Essida” dei tre candelieri nulvesi di oltre 60 anni fa. E così è ancora, immutata nel tempo. E così è stata anche ieri pomeriggio ma con in più migliaia di visitatori e di turisti che hanno letteralmente invaso il paese. Un folla infinita che si è assiepata lungo il percorso storico dei tre mastodontici ceri per cercare di cogliere l’anima antica e quasi misteriosa di questa festa, di questo evento che avvolge in un unico abbraccio questa comunità e quanti vi assistono.
Una festa che diventa ogni anno più bella grazie al ricambio generazionale che si sta fortunatamente registrando sotto le stanghe dei tre ceri e all’entusiasmo e la sentita partecipazione che genera anche nelle nuove generazioni. Ma anche grazie al fatto che ogni anno si registra un sempre più massiccio afflusso di visitatori (ieri si è davvero battuto un record di presenze) che danno una dimensione sempre più attuale e un respiro sempre più ampio a questa antica ricorrenza che i nulvesi avevano tenuto quasi gelosamente nascosta per secoli.
Già nel primo pomeriggio le complesse operazioni che preludono la spettacolare processione: l’uscita dei tre ceri dalla chiesa di San Filippo, il loro assemblaggio fra le due componenti, il “fuso” e la palma, all’aperto, e la benedizione del vescovo di Tempio e Ampurias monsignor Sebastiano Sanguinetti, sono state seguite da tantissime persone. E tutti hanno cantato a squarciagola l’inno alla Vergine Assunta insieme ai portatori impazienti ed emozionati per la dura prova che li attendeva e che portava allo scioglimento del voto secolare alla loro patrona. Alla partenza una nutrita presenza “tricolore” di sindaci dell’Anglona e dei comuni limitrofi.
Impressionanti e coinvolgenti alcuni momenti della corsa fra due ali di folla e lungo i vicoli del centro storico, come la ripida falada de sos Candhalesis, o via Delitala, dove il cero è costretto a viaggiare in orizzontale e lungo il corso Vittorio Emanuele dove i portatori accennano a qualche coraggioso e spericolato balletto. Poi l’ingresso trionfale nella chiesa parrocchiale, destinazione finale dei tre enormi tabernacoli che vanno a disporsi come una grande corona attorno al catafalco della Vergine dormiente portata sul suo lettuccio dai dodici apostoli. Per l’Ottavario si terrà tutte le sere il rito de S’Apostuladu, l’adorazione dei fedeli.
Questo pomeriggio anche i due bellissimi ceri di Ploaghe faranno la loro uscita in occasione della festa dell’Assunta, la terza delle quattro che si tengono in questa comunità. Ma quest’anno non ci sarà un clima festoso ad accompagnare i due candelieri e i loro portatori nel viaggio incontro alla Vergine Assunta perché l’intera comunità è stata colpita nel vivo dalla scomparsa del piccolo Chris, un angelo di appena tre anni che ha combattuto dalla nascita contro un male impietoso. Nessuno ha voglia di festeggiare. Per questo sarà celebrata la messa solenne e la processione dell’Assunta mentre i festeggiamenti civili della sera sono stati annullati.