Scuola sarda di pastorizia, il bilancio del primo anno
Nel dipartimento della facoltà di Agraria di Sassari si parlerà di come valorizzare la professione del pastore e delle prospettive per le nuove generazioni
Sassari Si parlerà del primo anno di esperienza della “Scuola sarda di pastorizia”, domani 24 novembre, alle 9, al dipartimento di Agraria dell’Università di Sassari, aula Pampaloni.
Il bilancio sull’andamento dei corsi vedrà la presenza di Giuseppina Cireddu, direttore generale dell’assessorato regionale all’Agricoltura, Gian Franco Satta, presidente del Gal Anglona-Coros, i componenti del Comitato tecnico scientifico capitanati da Pier Paolo Roggero, Tommaso Campedelli, della Scuola per pastori del Parco delle foreste casentinesi, Maria Cristina Neto, che in Portogallo ha promosso una scuola per pastori, Gavino Nieddu, direttore generale della Cao Formaggi, Daniela Storti del Crea (Consiglio per la ricerca in agricoltura e l'analisi dell'economia agraria).
Insieme a loro, Giacomo, Margherita, Matteo, Maria, Teodora, alcuni dei quindici partecipanti alla prima edizione della Scuola sarda di pastorizia, che ha sede a Osilo, ed è stata promossa nel 2023 dal Gal Anglona Coros, grazie a un finanziamento della Regione Sardegna.
“Valorizzare una professione – precisano i promotori - rendendo protagoniste le giovani generazioni: è questa la sfida della scuola sarda di pastorizia, progetto sperimentale che intende rilanciare un intero settore riscoprendo l’antico mestiere del pastore”.
E i numeri della scuola dicono che il primo esperimento è più che riuscito: 15 allievi, 15 docenti, 120 ore di lezione, di cui la metà laboratoriali, 12 moduli formativi, tre atenei coinvolti: Sassari, Torino, Molise, vari istituti di ricerca tra cui il Cnr di Sassari, il tutto con il coordinamento del Gal e dell’Agenzia formativa Edugov.
Per la prossima annualità la Regione Sardegna ha stanziato 150mila euro che verranno dedicati a un corso di alta formazione per pastori.