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Le emergenze

Sassari, viaggio nella sala operativa Areus del numero unico: «Così gestiamo i soccorsi»

di Luca Fiori

	(foto di Mauro Chessa)
(foto di Mauro Chessa)

Nella centrale sassarese ricevute in un anno quasi 800mila richieste di intervento al 112

12 febbraio 2024
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Sassari «Emergenza di cosa ha bisogno? Da dove mi chiama?». Sono quarantadue gli operatori che si alternano giorno e notte nella centrale operativa regionale dell’Areus che - nella sede della cittadella sanitaria di via Rizzeddu a Sassari - gestiscono le richieste di soccorso che da tutta l’isola arrivano al numero unico europeo di emergenza 112, con l’obiettivo di dare la risposta più celere e più efficace a chi si trova in difficoltà.

Il servizio, affidato in Sardegna dal ministero dell’Interno all’Azienda per le emergenze (Areus), tra venti giorni taglierà il traguardo del primo anno di vita. «Dal primo marzo del 2023, dopo tre mesi di rodaggio – spiega la direttrice della centrale operativa del numero unico Michela Cualbu – riceviamo richieste di soccorso da tutta la Sardegna. Il bilancio del primo anno di lavoro a pieno regime – aggiunge – è assolutamente positivo, grazie alla collaborazione che abbiamo con tutti gli enti che lavorano con noi, il 118, i vigili del fuoco, la polizia di Stato, i carabinieri e la capitaneria di porto, che hanno comunque mantenuto attivi i loro numeri storici di emergenza».

Nel 2023 alla Centrale unica di risposta di Sassari (dal 1 gennaio al 31 dicembre) sono giunte complessivamente 780mila chiamate, una media di circa 2000 al giorno nei mesi invernali, con incrementi significativi nei mesi estivi che hanno fatto registrare picchi di 8000 chiamate al giorno. «Di queste – spiega Michela Cualbu – circa la metà sono state girate agli enti che gestiscono le emergenze sul campo e questo significa che abbiamo ridotto sensibilmente il loro carico di lavoro». Ieri mattina in occasione della Giornata europea del numero unico di emergenza 112, l’Areus ha aperto le porte della Centrale operativa di Sassari a trenta cittadini che a turno hanno avuto l’opportunità di conoscere più da vicino la gestione delle richieste di soccorso in Sardegna e ricevuto informazioni sul servizio che la Comunità europea aveva istituito già dal 1991.

«Grazie alle modernissime tecnologie a nostra disposizione – ha spiegato la direttrice della centrale operativa – siamo in grado di geolocalizzare con estrema precisione la persona che chiama con uno smartphone per chiedere aiuto e questo ci consente di fornire ai soccorritori e alle forze dell’ordine informazioni utilissime in pochissimi secondi». I tempi di attesa nel corso di questo primo anno sono stati ridotti drasticamente. La centrale di Sassari risponde ora alla chiamata dell’utente in soli tre secondi e mezzo, in linea con le performance delle altre centrali italiane già attive da anni e gestisce la chiamata in circa 45 secondi. L’operatore - è stato spiegato ieri mattina ai cittadini - codifica la richiesta di soccorso o di emergenza e immediatamente attiva le centrali di secondo livello (soccorso o forze dell’ordine) trasferendo in pochi secondi dettagli e posizione precisa del cittadino che ha bisogno di aiuto.

«Grazie alla altissima precisione delle geolocalizzazione – spiega la responsabile della centrale operativa del 118 Maria Franca Puggioni – riusciamo ora a eliminare dalla telefonata tutta la prima parte che prima l’operatore del 118 doveva fare in autonomia e possiamo focalizzarci sulle condizioni cliniche e mandare un mezzo il più appropriato possibile per quel tipo di soccorso».

La giornata di ieri è stata anche l’occasione per rimarcare l’importanza dell’app “Where Are U” che consente, tra le altre cose, anche a chi ha difficoltà a parlare di chattare con un operatore per chiedere aiuto. «Anche per noi è un valido supporto – spiega Diego Polio tenente colonnello dei carabinieri – è bene sapere che chi chiama il 112 ora non parla più direttamente con noi, ma quando la centrale ci passa le chiamate che richiedono il nostro intervento abbiamo già tante informazioni utili per intervenire in maniera efficace». Numero di emergenza promosso anche dai vigili del fuoco. «Superate alcune criticità iniziali – spiega il caposquadra Giammario Frau – ora riusciamo a fornire ai cittadini un servizio migliore».

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