Sassari, detenuto si toglie la vita nel carcere di Bancali
L’uomo si sarebbe impiccato con le lenzuola nell’area del servizio di assistenza intensificata. Il segretario Uilpa De Fazio: «Politica grande assente, questo è il 44esimo suicidio in carcere da inizio anno, numeri indegni di un paese civile»
Sassari Un detenuto si è tolto la vita nel carcere di Sassari Bancali, impiccandosi con le lenzuola nel servizio di assistenza intensificata. Il fatto è successo oggi, sabato 15 giugno, attorno alle 15.30. Il detenuto, un 43enne italiano, era ricoverato in infermeria. Si tratta del quarto caso in poco più di 24 ore nelle strutture di detenzione italiane – questa mattina si è suicidato un detenuto anziano nel carcere di Teramo. Con l’episodio di Bancali sale a 44 il numero di casi da inizio anno.
«Numeri pazzeschi, indegni di un paese civile – dichiara Gennarino De Fazio, Segretario Generale della Uilpa Polizia Penitenziaria –. Non abbiamo più parole per commentare e appellarci alla sensibilità della politica. A fronte di tutto ciò, infatti, si notano due grandi essenti, il Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, e il Governo Meloni. Suicidi, omicidi, risse, aggressioni, stupri, traffici illeciti, ma cos’altro deve accadere affinché l’esecutivo prenda atto dell’emergenza in essere e vari misure consequenziali? Urge un decreto-legge per consentire il deflazionamento della densità detentiva, sono oltre 14mila i detenuti in più rispetto alla capienza utile, assunzioni straordinarie e accelerate nel Corpo di polizia penitenziaria, mancante di almeno 18mila unità, e il potenziamento dell’assistenza sanitaria, soprattutto psichiatrica, in crisi profondissima. Parallelamente, vanno avviate riforme strutturali. Siamo dentro un’ecatombe», conclude De Fazio.
«L’agente sul piano pare si dovesse occupare della sorveglianza della II Sezione, III Sezione, Box e della sorveglianza del SAI. Al momento non abbiamo altre notizie», fa sapere il segretario generale Sappe Donato Capece. Il sindacalista evidenzia che «episodi simili, in un certo modo, portano con sé il fallimento del sistema penitenziario, talvolta incapace di intercettare il disagio dei più fragili che vedono nell’estremo gesto l’unica via d’uscita. Siamo costernati ed affranti: un detenuto che si toglie la vita in carcere è una sconfitta per lo Stato e per tutti noi che lavoriamo in prima linea».