La Nuova Sardegna

Sassari

L’episodio

Alghero, immobilizzato e pestato a sangue al “Touch on the beach”

di Nadia Cossu
Alghero, immobilizzato e pestato a sangue al “Touch on the beach”

La vittima, 23 anni, ai carabinieri: «È stato un addetto alla sicurezza». Il gestore del locale: «L’aggressore non lavora qui, non so chi sia»

19 agosto 2024
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Alghero Il video gira di chat in chat, colpiscono gli occhi spaventati di un ragazzo che implora: “Hey, bro, io non c’entro nulla...” mentre – immobilizzato da una persona che gli cinge il collo con un braccio muscoloso e gli blocca gli arti inferiori con una gamba – viene colpito con violenza inaudita da un addetto alla sicurezza che gli sferra due pugni.

«Non so chi sia, non è uno dei miei collaboratori» dirà più tardi il titolare del locale. «Era palesemente uno dello staff della sicurezza, aveva persino l’auricolare» replicheranno invece diverse altre persone presenti.

Quel che è successo la notte del 14 agosto nel privé della discoteca “Touch on the beach” di Alghero è scritto nero su bianco nella denuncia che il 23enne pestato a sangue (le immagini del video sono impressionanti) ha presentato ai carabinieri. Quell’aggressione gli è costata una prognosi iniziale di trenta giorni di cure ma il giovane ieri, col volto gonfio e tumefatto, è stato visitato nel reparto di chirurgia maxillo-facciale e i giorni di prognosi sembrerebbero destinati ad aumentare.

Il 23enne – che si è affidato alla tutela dell’avvocato Filippo Carta – ai carabinieri ha raccontato per filo e per segno quello che è accaduto intorno alle cinque del mattino. Ha cioè detto di trovarsi insieme al cugino e ad altri 15 ragazzi conosciuti durante le vacanze nel privè della discoteca di viale 1° maggio. «Nel tavolo accanto al nostro, a circa due, tre metri di distanza, c’erano 4 o 5 ragazzi che litigavano tra di loro, prima a voci e poi con le mani, spingendosi».

Lite che ha richiamato l’attenzione «di circa quattro persone addette alla sicurezza, vestivano tutti allo stesso modo con maglietta nera, auricolare e relativa radiolina agganciata nei pantaloni». Ed è proprio in quel frangente, mentre il ragazzo era fermo, in piedi, vicino al tavolo con i suoi amici, che è successo il finimondo.

«Improvvisamente ho sentito un braccio che dalle spalle mi prendeva per il collo e poi l’addetto alla sicurezza che era davanti a me mi ha dato due pugni, tutto mentre venivo tenuto fermo da dietro, nonostante gli urlassi e gli facessi cenno con le mani che io non avevo fatto nulla. Eppure è arrivato il secondo pugno dallo stesso ragazzo che mi ha colpito al viso nell’occhio destro. Solo allora la persona che mi teneva bloccato mi ha lasciato andare e sono caduto a terra perdendo sangue. Sono stato soccorso dai miei amici che mi hanno aiutato a rialzarmi e mi hanno portato in bagno per lavarmi. Subito dopo sono uscito all’esterno della discoteca e lì si è avvicinato un ragazzo, che presumo lavorasse nel locale, mi ha pulito la ferita dal sangue e mi ha messo un cerotto».

La mattina successiva le condizioni del volto del giovane non facevano presagire nulla di buono ed è stata chiamata l’ambulanza che lo ha trasportato in ospedale dove gli sono stati diagnosticati trenta giorni di cure per le fratture riportate. Dopo la divulgazione del video, il titolare della discoteca ha tenuto a precisare che la persona che ha sferrato i pugni «non fa parte del gruppo di ragazzi della sicurezza. Loro lavorano con me da tempo e sanno bene come comportarsi. In tutti questi anni non è mai successo nulla. Sono a disposizione del ragazzo ferito e di chiunque. Tutto ciò che potevamo fare in quella situazione lo abbiamo fatto».

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