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Sassari, le palazzine Area devastate dalle infiltrazioni d’acqua

di Davide Pinna
Sassari, le palazzine Area devastate dalle infiltrazioni d’acqua

L’appello del comitato Latte Dolce – Santa Maria di Pisa. Nel 2025 i primi interventi strutturali sgli stabili

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Sassari Gli occhi di signora Luciana si fanno lucidi, quel muro carico di umidità, proprio sotto il suo appartamento, la preoccupa, quasi la terrorizza. «Non siamo tecnici – ripetono lei e gli altri inquilini – però insomma, non si può mica vivere tranquilli in questa situazione» indicando l’ingresso della palazzina Area dove vivono, al civico 15 di via Bottego, nel cuore di Latte Dolce.

Perdite e infiltrazioni Non serve l’occhio di un tecnico, effettivamente, per capire l’origine della loro preoccupazione. Davanti al portone di ingresso della palazzina c’è un pilastro. La colonna, così come il solaio, è gonfia di umidità. Non una piccola infiltrazione, ma un fiume d’acqua, che arriva da chissà quali tubature. Ci sono giorni che l’acqua esce dai muri come se piovesse. Un problema congenito nelle palazzine popolari dei due quartieri alla periferia di Sassari. La stessa situazione che si incontra in via Bottego 15 la si trova qualche decina di metri più in là, al civico 21. E se si scende di qualche centinaio di metri, fino a via Da Verrazzano, ecco un solaio completamente marcio, dove l’intonaco si è già staccato. La situazione non migliora troppo al civico 12 di via Amundsen, dove delle perdite della rete fognaria stanno provocando il cedimento del pavimento dell’atrio della palazzina e del marciapiede. Se ci si sposta a Santa Maria di Pisa, ecco che torna il problema delle infiltrazioni al piano pilotis: solai e pilastri zuppi d’acqua li si trova in via Giordano 1, ma anche in via Monteverdi 8. E tante altre sono le palazzine colpite da questo problema.

Il comitato Danilo Farina, del comitato di quartiere Latte Dolce- Santa Maria di Pisa, fa da portavoce per tutti i residenti: «Purtroppo siamo alle solite, le lamentele degli inquilini delle palazzine Area di Latte Dolce e Santa Maria di Pisa le conosciamo da tempo. Sono anni che attendiamo un intervento, ma sembrano secoli, e sono anni che il comitato di quartiere si fa carico di portare all’attenzione generale le richieste dei cittadini». Farina riporta le denunce di chi vive nelle palazzine: «Basta che qualcuno apra un lavandino o la vasca e giù si crea un lago. Le persone sono preoccupate che ci possano essere conseguenze strutturali, ma anche che venga giù l’intonaco: non sono un tecnico, ma si vede chiaramente che le pignatte sono mezze gonfie. Chiediamo un intervento immediato di messa in sicurezza».

Palazzi vecchi «Io ho chiamato un operaio e ho fatto smantellare tutto il bagno, convinto che fosse un problema delle mie tubature. E invece era tutto a posto, ho speso soldi per nulla e il problema non si è risolto» racconta una signora. Effettivamente, il fatto che la stessa situazione sia presente in più palazzi mostra con chiarezza come si tratti di un difetto congenito, per edifici che sono stati costruiti ormai più di sessant’anni fa e che quindi, anche se fossero stati fatti a regola d’arte, mostrerebbero tutti i segni del tempo e dell’usura. Una sorta di bomba a orologeria o di obsolescenza non programmata, che sta ingolfando ancora di più la macchina amministrativa e tecnica di Area, presentando in contemporanea decine e decine di problemi. Secondo le stime di Area, servirebbero 250 milioni di euro per intervenire su tutto i l patrimonio residenziale pubblico di proprietà dell’agenzia, senza contare dunque quello altrettanto problematico di proprietà dei Comuni. Al momento, Area potrà contare su 70 milioni di euro, derivanti in parte da risorse proprie e in parte da uno stanziamento della giunta regionale. Le risorse, destinate a messa in sicurezza e efficientamento energetico, andranno a Cagliari, Carbonia, Oristano, Nuoro e Sassari.

Le soluzioni La partita delle infiltrazioni d’acqua nei piani pilotis di Latte Dolce e Santa Maria di Pisa va divisa in due fronti. Il primo, riguarda le palazzine interamente di proprietà di Area, come quelle di via Giordano, via Monteverdi e via Da Verrazzano. Per questi condomini sono in corso di redazione progetti complessivi di messa in sicurezza e risanamento degli stabili, che dovrebbero portare all’avvio dei cantieri entro il 2025.La situazione è un po’ più complicata in via Bottego e via Amundsen, dove le palazzine sono di tipo misto, come il 75% del patrimonio Area: all’interno dello stesso stabile convivono appartamenti di proprietà dell’agenzia e riscattati. In questi casi, Area non può intervenire direttamente, ma è necessario che lo faccia il condominio, che però spesso non è mai stato costituito. Proprio negli ultimi, si è vista un’accelerazione su questo fronte. Questo significa tempi un po’ più lunghi, durante la prima fase, quella in cui bisogna costituire il condominio e mettere d’accordo tutti gli inquilini. Che però potrebbero essere compensanti nella seconda fase, dato che non c’è bisogno di ricorrere alle complesse procedure degli appalti pubblici.

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