Sassari, notte di fuoco in carcere: sette intossicati
Provvidenziale l’intervento dei poliziotti che hanno messo in salvo il detenuto che ha scatenato l’incendio
Sassari Notte ad alta tensione, quella di ieri 17 novembre, nel carcere di Bancali dove un detenuto ha provocato un incendio nella propria camera detentiva, bruciando i suppellettili ed il materasso che hanno creato dei fumi tossici che in pochi secondi hanno invaso la sezione dove sono allocati centinaia di detenuti. E’ stato provvidenziale l’intervento dei Poliziotti che sono riusciti a mettere in salvo l’autore del gesto, mettere in sicurezza i detenuti della sezione e domare l’incendio.
Dalle prime frammentarie ricostruzioni pare che il detenuto abbia anche ostacolato i soccorsi, cercando di impedire agli agenti di entrare nella camera detentiva. Dopo non poche difficoltà sono riusciti comunque ad accedere per accompagnare il detenuto in un luogo sicuro. La tossicità dei fumi ha intossicato i 7 agenti intervenuti che sono stati poi trasportati al pronto soccorso di un ospedale cittadino e non si hanno ancora notizie sul loro attuale stato di salute.
A renderlo noto è il segretario generale della UIL PA Polizia Penitenziaria della Sardegna Michele Cireddu che aggiunge: «Continuiamo a denunciare la grave situazione in cui sono costretti a lavorare i nostri Poliziotti costretti a gestire eventi critici estremamente gravi in costante carenza organica e sotto anche i più minimi livelli di sicurezza previsti. In questo caso la tempestività con cui gli Agenti sono intervenuti ha scongiurato una tragedia perché se le fiamme fossero divampate in maniera incontrollabile, sarebbe stato ancora più difficile mettere in sicurezza un intera sezione e salvare l’autore dell’incendio da una sorte drammatica».
Sulla vicenda interviene anche il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria che chiede un’inchiesta e denuncia: «Poliziotti penitenziari in pericolo perché con materassi ignifughi fuori uso, impregnati d’olio, e, sembrerebbe, senza adeguati dispositivi di protezione individuali (DPI)».
Antonio Cannas, delegato nazionale per la Sardegna del SAPPE, ribadisce: «Non si possono lasciare gli agenti in servizio a Sassari, in Sardegna e nell’intera nazionale senza, sembrerebbe, adeguati dispositivi di protezione individuali o con estintori scarichi o fuori uso. E’ grave ed assurdo che gli agenti si debbano salvaguardare con fazzoletti bagnati per non inspirare fumo data l'assenza dei dispositivi di protezione».