Operaio morto alla Gesam, colpo di scena in aula: salta la sentenza
Il processo è stato rinviato a febbraio: ecco le motivazioni
Sassari Colpo di scena in Tribunale a Sassari, dove per oggi, 18 dicembre, era attesa la sentenza per la morte di Antonio Masia, trovato senza vita il 25 luglio 2022 all'interno dell’ impianto di smaltimento rifiuti della Gesam, nella zona industriale di Truncu Reale, a Sassari.
Imputato, con l’accusa di omicidio colposo, il collega Fabiano Mario Saba. Il gup Sergio De Luca ha però rinviato il processo al 5 febbraio, quando saranno sentiti due testimoni: il collega Giovanni Battista Loi e il medico legale Francesco Serra.
Nella scorsa udienza la pm Maria Paola Asara aveva chiesto per Saba l’assoluzione con formula dubitava, richiesta alla quale si erano opposti gli avvocati di parte civile Francesca Fiori e Daniele Alicicco. L'avvocato Luca Sciaccaluga, difensore di Saba, stamattina ha ribadito anche lui la richiesta assoluzione, evidenziando una serie di dubbi sulla ricostruzione della tragedia: il dubbio che a colpire Masia sia stato il macchinario del settore plastiche, dove fu trovato il cadavere. E ancora, dubbio che Masia sia rimasto vittima di un incidente, o altro, in un diverso settore dell'impianto e che poi il suo corpo sia stato trasportato nell'area plastiche. Ipotesi non vagliate che scagionerebbero l'imputato.
Antonio Masia fu trovato morto nel capannone della Gesam la sera del 25 luglio 2022, dopo l'allarme di scomparsa lanciato dalla famiglia. Inizialmente si pensò a un malore ma la Procura aprì un'inchiesta e l'autopsia rivelò che Masia morì a causa dell'impatto con un macchinario. Inoltre, un paio di settimane dopo l'incidente, un incendio doloso distrusse completamente il capannone cancellando ogni eventuale prova non ancora raccolta.