La Nuova Sardegna

Porto Torres È comparso oggi, 21 gennaio, davanti al giudice Silvia Masala il 43enne di Porto Torres arrestato lo scorso dicembre per maltrattamenti nei confronti della ex compagna. Tra le varie minacce che le aveva rivolto il giorno dell’arresto c’era una frase particolarmente inquietante: «Ti faccio fare la fine di Giulia Cecchettin».

Parole usate per intimidire la donna che, dopo l’ennesimo maltrattamento subìto, lo aveva mandato via di casa. E lui dopo qualche giorno si era presentato sotto l’abitazione della ex urlando e riportando alla sua memoria uno degli ultimi femminicidi che hanno scosso l’Italia. Solo due settimane prima di quelle minacce, il 23enne Filippo Turetta era stato condannato all’ergastolo per aver ucciso la fidanzata Giulia.

E quando la donna aveva sentito il 43enne prima inveire contro di lei fuori da casa e poi pronunciare quelle parole terribili, aveva chiamato i carabinieri. In pochi minuti una pattuglia della compagnia di Porto Torres era arrivata sul posto e aveva trovato l’uomo lì dove era stata segnalata la sua presenza, aveva diverse lattine di birra con sè e urlava. Immediatamente era scattato l’arresto per maltrattamenti, anche perché soltanto la notte precedente aveva fatto la stessa cosa e i figli della donna erano riusciti ad allontanarlo.

Durante l’udienza di convalida dell’arresto, alla quale l’indagato aveva partecipato assistito dall’avvocato difensore Marco Salaris, il pubblico ministero Angelo Beccu, valutato il caso, aveva chiesto al giudice Silvia Masala che nei confronti dell’uomo (che non ha precedenti penali) venisse disposta la misura del divieto di avvicinamento alla persona offesa e ai luoghi da lei frequentati, con l’applicazione del braccialetto elettronico. Il giudice aveva convalidato l’arresto e accolto l’istanza del pm. Oggi  l’avvio del processo che l’imputato affronterà con il rito abbreviato. La persona offesa si è costituita parte civile con l’avvocato Sara Dettori.