Rapina al market, arrestati tre minorenni
Cabras, avevano spinto il titolare che aveva provato a fermarli
Cabras Il furto di qualche bottiglia di alcolici si trasforma in tentata rapina aggravata e costa molto caro a tre giovani migranti ospiti di uno dei centri di accoglienza della cittadina. Dalla struttura che li stava accogliendo sono finiti direttamente nell’istituto di pena minorile di Quartucciu dopo essere stati raggiunti da un’ordinanza di misura cautelare, emessa dal giudice per le indagini preliminari del tribunale dei minori di Cagliari che, su richiesta della procura dello stesso tribunale, ha preso la decisione. Al termine di un’indagine lampo, in cui sono stati incrociati i filmati della videosorveglianza del supermarket Vicino a te di via Tharros con quelli registrati dalle telecamere pubbliche, i carabinieri della stazione di Cabras, in collaborazione con i militari della Compagnia di Oristano, sono riusciti a dare un nome ai tre responsabili dell’incursione compiuta il 5 gennaio scorso. Sabato 19 gennaio, gli uomini dell’Arma hanno quindi dato esecuzione alla misura cautelare.
Due settimane prima il titolare del market aveva richiesto l’intervento dei carabinieri dopo aver subito quello che definiva un tentativo di furto. Aveva infatti notato i tre ragazzi che riempivano uno zaino con delle bottiglie. Aveva quindi scelto di intervenire fermando uno di loro all’uscita e invitandolo a rientrare nel supermarket, probabilmente solo per farsi restituire la merce rubata. Capita la mala parata, gli altri due amici erano scappati di corsa, mentre il ragazzo fermato si era divincolato e, nel tentativo di seguire gli altri due, era finito contro le porte scorrevoli del market, spintonando il titolare. È stata questa azione di forza a tramutare un tentativo di furto in un tentativo di rapina. Nel frattempo, in via Tharros erano arrivati i carabinieri che, all’interno dello zaino, avevano ritrovato tre bottiglie di limoncello e diverse lattine di bevande energetiche, prese poco prima da alcuni scaffali. Il resto l’hanno fatto l’analisi delle immagini tratte dai sistemi di video-sorveglianza privati e comunali, le testimonianze e l’individuazione fotografica da parte delle persone presenti al momento dell’episodio. Una volta individuati i responsabili, i carabinieri hanno anche effettuato alcune perquisizioni da cui sono arrivate ulteriori conferme utili alle indagini.