Giuseppe Mascia nella vallata di Rosello: «Ora ripuliamo, poi il parco»
Il sindaco ha incontrato Emanuele Bernardinelli, ultimo guardiano della valle
Sassari «Partiamo dal buon esempio del signor Bernardinelli». Giuseppe Mascia, completo blu e camicia bianca d’ordinanza, si fa largo fra le erbacce, nella valle abbandonata del Rosello. Dopo aver letto il servizio uscito martedì sulla Nuova Sardegna, con l’intervista a Emanuele Bernardinelli – il 77enne che si prende cura della grande area verde tra il ponte e viale Sicilia, nata come parco quindici anni fa e morta subito dopo – il primo cittadino ha deciso di incontrarlo.
«Voglio ringraziarla per quello che fa» ha detto, rivolto a Bernardinelli, sorpreso dalla visita inaspettata, mentre stava raccogliendo un po’ di “erba gatta”. «Tutto opera sua?» ha domandato il primo cittadino. «Dove non vede erbacce, sì. Ma ho anche messo in sicurezza anche gli alberi vicino al lavatoio, che stavano per sfondare il muro».
Rischio idrogeologico «L’abbiamo sentito anche poco fa, il rumore dell’acqua» spiega il sindaco, che ha approfittato della visita per tracciare un quadro dei progetti in campo e delle prospettive dell’amministrazione sulla valle del Rosello. A cominciare dal problema dei problemi, il rischio idrogeologico che ha fatto naufragare tutti i piani di sistemazione dell’area, anche l’ultimo. All’origine dei guai c’è il Rio San Giovanni, corso d’acqua che dall’Eba Giara scorre verso Sant’Orsola e che, nel tratto fra il viadotto e viale Sicilia è tombato.
«È in fase di progettazione un intervento di Comune e Genio Civile da circa 6 milioni per lo stombamento di questo canale» spiega il sindaco. Che sottolinea: «Non vogliamo il “canalone” al Fosso della Noce e non vogliamo un’opera impattante nemmeno qui. Ma faremo qualcosa di contenuto, che limiti il rischio idrogeologico e preservi la tranquillità di questa valle».
La classificazione urbanistica della valle prevede divieto totale di edificazione, che non verrebbe superato dai lavori. «I vincoli sono meno stringenti nella parte alta della valle, oltre il ponte – dice Mascia -, dove sarà possibile realizzare opere a servizio del parco».
Tempi e personale Del parco nato 15 anni fa rimangono ormai solo la cancellata arrugginita e danneggiata che fa il giro di tutta la parte bassa della valle e i cordoli dei camminamenti, divelti dal trattore del servizio di diserbo e riutilizzati da Bernardinelli per proteggere le sue aiuole.
E prima di vedere il nuovo parco, bisognerà attendere parecchio, perché i lavori veri e propri potranno scattare solo dopo lo stombamento del canale. «Stime sui tempi non ne possiamo fare, sono progettazioni complesse, ma stiamo lavorando per stringere, anche grazie al fatto che i finanziamenti ci sono. C’è la nostra volontà e c’è l’aiuto della Regione. Ma ci servono più risorse per il personale, perché per chiudere un progetto così complesso servono tanti tecnici al lavoro esclusivamente su questo».
Il parco Nel frattempo il sindaco promette che l’amministrazione non resterà ferma: «Puliremo e riordineremo al più presto questa parte della valle» assicura Mascia. Ma l’obiettivo è più grande: «Partiamo dal buon esempio di signor Bernardinelli e pensiamo a una cosa più ampia, che coinvolga privati e associazioni. Faremo un incontro pubblico, perché possono esserci tante idee per questa valle e noi non pretendiamo di avere quella giusta in tasca».
Una bozza comunque c’è: «Un parco urbano, ordinato, con alberi, panchine e camminamenti». E che non escluda la Fontana, il simbolo della città: «Vogliamo rimetterla in luce dopo troppi anni di trascuratezza, per questo bisogna affrontare i problemi della scalinata principale e degli ingressi laterali».
Con quali risorse? «Al momento abbiamo fondi risalenti al piano Iti storica 2014-2019, circa 800mila euro. E ci sono, dentro la Rete metropolitana, 4 milioni per tutte le valli urbane. Bisognerà fare delle scelte, per distribuire le risorse, dato che parliamo di un’area enorme e cercare di ottenere altri stanziamenti. Ma una base economica per cominciare a lavorare sulla valle c’è».
L’altra certezza di Mascia è la necessità di potenziare i sistemi di controllo, dato che la valle è frequentata da eroinomani e i residenti della zona lamentano da tempo episodi di spaccio e piccoli furti: «Nel nuovo progetto sulla videosorveglianza in città coinvolgeremo anche la valle».