Botteghe storiche, a Sassari il gusto resiste ai supermercati
I sei titolari degli alimentari storici raccontano i segreti per sopravvivere
Sassari Le più giovani hanno meno di 30 anni, le due più antiche hanno superato i cento, ma nessuno dietro quei banconi carichi di storie, salumi, dolci tipici, profumi e formaggi prelibati ha intenzione - nonostante mille difficoltà - di tirare giù la serranda. Sono le “botteghe cittadine del gusto”, quei posti dove vista, olfatto e naturalmente il gusto raggiungono la pace dei sensi. E dove è quasi impossibile non lasciarsi trasportare in un viaggio che racconta storie di decine di piccoli e grandi produttori del territorio, che spesso hanno legato la loro fortuna proprio a chi da una vita - con sorriso e competenza - fa conoscere le prelibatezze che finiscono sulle nostre tavole. «La nostra bottega “Antica salumeria Mangatia” esiste dal 1922 – spiega Pinuccio Mangatia davanti al suo negozio in via Università – io personalmente sono qui da 45 anni e la passione, che mi è stata tramandata da chi c’era prima di me, è la forza per andare avanti. Il nostro segreto? Continuare a proporre quello che la gente ha sempre cercato da noi, il pecorino di Osilo, la ricotta e le salsicce. Puntiamo sui prodotti sardi da oltre 100 anni – conclude – e non abbiamo intenzione di cambiare». Dalla più antica a una delle più recenti, “Sale e Pepe”, aperta in via Zanfarino nel 1997 e diventata da una decina d’anni da semplice bottega anche mini ristorante. «Abbiamo iniziato mettendo due botti per appoggiarsi e consumare un panino – spiega Massimiliano Puggioni – e poi, visto che funzionava, abbiamo scelto di trasformare e servire nei piatti i prodotti che vendiamo al banco, così qui è possibile – spiega – assaggiare una carbonara o una cacio e pepe e bere un bicchiere di vino. È una formula che funziona, credo che sia il futuro di quelle poche botteghe che rimarranno in piedi. Crediamo molto nei piccoli artigiani – conclude – come ad esempio Michelangelo Salis di Ardara che produce salumi di alta qualità». Marcello Palmas da circa un anno ha rilevato insieme alla moglie un altro negozio storico della città, la “Salumeria Alberti” di via Roma. «Questo posto ha appena compiuto 100 anni – spiega con orgoglio – e noi abbiamo la responsabilità di mantenere lo standard che ha sempre avuto. Facciamo sempre una ricerca dei prodotti – spiega – per differenziarci dai supermercati, solo così riusciamo a sopravvivere». Dal 1998 Alessandro Multineddu ha rilevato “La Salumeria” di via Principessa Maria, aperta quasi 70 anni fa da una sua zia e gestita dal 1960 da suo padre Tonino. «In realtà ho frequentato la bottega sin da bambino – racconta – imparando da mio padre questo lavoro. Come facciamo a resistere in mezzo a tanti supermercati? Perseveranza e passione ci fanno andare avanti – spiega – oltre a salumi e formaggi, non solo sardi, offriamo una vasta scelta di pasta di antichi pastifici abruzzesi, toscani ma anche dell’isola che, seppure più giovani, stanno andando sulla buona strada». Figlia d’arte anche Valentina Carta che nel 2021 ha preso le redini della “Salumeria da Adelaide” che sua madre ha aperto in via Capodoro, a due passi da piazza Università, nel 1978. «Non riesco a immaginare di fare un altro lavoro – spiega – la passione me l’ha contagiata mia madre e io l’ho coltivata negli anni. Qui puntiamo sui prodotti tipici sardi da proporre anche ai turisti – aggiunge – come i dolci di Sorso o il miele di produzioni locali. È difficile ma riusciamo a resistere». Pietro Chighine e la sua “Pietreria” sono gli ultimi arrivati e per stare nel mercato hanno diversificato, offrendo nel punto vendita di via Mosca anche il servizio gastronomia. «La concorrenza dei supermercati è alta – spiega – e solo con la qualità e con prodotti di nicchia, come ad esempio il prosciutto di Desulo, riusciamo a farci scegliere dai residenti del quartiere, ma anche da persone che arrivano da fuori Sassari».