«Ho vinto tutto, torno a Porto Torres dagli amici»: a 50 anni Luszynski riabbraccia il Gsd
Ha firmato con la società che lo lanciò
Porto Torres Dopo 18 anni dall’ultima partita con la maglia del Gsd ha deciso di tornare dove tutto è iniziato: a Porto Torres. La società turritana di basket in carrozzina che quest’anno parteciperà nuovamente al campionato di Serie A accoglie nuovamente tra le sue file un grandissimo della disciplina, il campione polacco 50enne Piotr Łuszynski, che sarà non solo un giocatore (ala grande e pivot), ma anche l’allenatore («insieme a un altro tecnico da ufficializzare», dice il presidente Bruno Falchi) dopo i saluti con il coach Malik Abes («mi viene difficile lasciare la mia casa in Francia per così tanto tempo, i viaggi da e verso la Sardegna sono molto difficili durante la stagione sportiva» ha spiegato).
Dopo una stagione travagliata c’è da ricostruire un roster in grado di non soffrire come nella scorsa annata, conclusasi con una salvezza da brivido alla “bella” nel playout con la romana Giovani e Tenaci. E si riparte da un campionissimo che a Porto Torres evidentemente ha lasciato il cuore dopo aver vestito la maglia rosso-bianco-blu dal 2001 al 2005, conquistando nel 2003 a Badajoz, in Spagna, la Coppa Vergauwen, il primo trofeo europeo del club e personale. Poi è diventato impossibile trattenere un fuoriclasse di quel livello: 15 anni nella nazionale polacca di cui 13 anche da allenatore; 2 coppe del Mondo e 3 coppe dei Campioni con il Galatasaray; 1 titolo nazionale di Germania; 5 volte campione di Turchia; 3 volte campione di Polonia; 1 coppa di Germania; 1 coppa di Polonia; 1 super coppa di Polonia; 3 volte Mvp della Champions; 4 volte miglior tiratore nelle Coppe Europee; 2 volte miglior tiratore agli Europei con la Nazionale polacca. «Torno a casa dai miei amici» ha scritto sui social, rispondendo »farò entrambe le cose» a chi gli chiede se sarà solo giocatore.
«Ha 46 anni, ma è ancora “giovane” e in piena forma – dice il patron Falchi – nella carrozzina è possibile giocare a 50 anni, specie per chi come lui è un 4.5 (cioè ha una disabilità minima) ed è bravo nel mantenersi integro. È rimasto sempre in contatto con noi, per amicizia e per stima, con lui abbiamo vissuto uno dei migliori periodi della nostra storia, è rimasto molto legato all’ambiente e per anni abbiamo provato a riportarlo qui, Finalmente ci siamo riusciti». Il Gsd Porto Torres è reduce da una stagione strana, rischiando la retrocessione («ma gara1 l’abbiamo giocata senza la campionessa Dandenau») ma arrivando sino ai quarti di Champions, la coppa più importante: «Abbiamo pagato un avvio difficile per l’avvio in ritardo di diversi giocatori e il gruppo non si è mai amalgamato con l’allenatore».
Ora parte un pezzo forte come Kadi Dandenau («purtroppo andrà a giocare in Spagna, ce la portano via con un’offerta irrinunciabile»), via anche Lasri, Dagamin, Rollston. «Resta Atefimonfared, aspettiamo risposte da alcuni stranieri e ripartiamo dal nucleo storico (Puggioni, Simula, Langiu, il 15enne Bobbato già nel giro azzurro, con Piotr spiccherà il volo). Vogliamo costruire un progetto triennale – chiude il presidente Falchi – e per quest’anno l’obiettivo è una salvezza serena. Come sempre puntiamo a divertirci, fu così anche quando diventammo vicecampioni d’Italia».