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La Torres femminile per salvarsi sceglie l’autoretrocessione in serie C

di Mario Carta

	Maria Grazia Ladu
Maria Grazia Ladu

Verso l’ok della Figc, un piano triennale per risalire

05 agosto 2023
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Sassari  Mai fare il passo più lungo della gamba, rischi di cascare e di farti male. Molto male, se sei appena ritornato lassù, in alto, a giocare a livello semiprofessionistico e hai la responsabilità di tenere alta la bandiera della società più titolata d’Italia nel calcio femminile. Così, la Torres dopo una salvezza arrivata solo alla penultima giornata e un torneo nel quale la vittoria più grande è stata la salute delle casse sociali ha deciso di fare un passo indietro rinunciando alla serie B e chiedendo al presidente della Federcalcio Gabriele Gravina di accettarla un gradino più in basso, in serie C. Ieri il Consiglio federale ha preso atto della rinuncia ma deve ancora ufficializzare la collocazione in C, con le sassaresi che verrebbero inserite nel girone A o B, insieme alla neopromossa Tharros.

Il presidente del sodalizio rossoblù, Andrea Budroni, dopo una lunga riflessione ha deciso che l’autoretrocessione era l’unica opzione possibile. Una rosa per la serie B, oltre alle formazioni Primavera e Under 15, sono un impegno che ormai si avvicina alle 7 cifre, per chi nutre ambizioni di alta classifica. La Torres ha i suoi sponsor e i suoi sostenitori, ha competenza, esperienza e le persone giuste ma dopo la promozione di due stagioni fa e un primo anno in B che nella seconda parte della stagione aveva visto le sassaresi infilare una striscia di vittorie da playoff, nel 2023 qualcosa si era rotto, e solo con l’intervento di un veterano del settore come Tore Arca la vettura rossoblù era stata rimessa in carreggiata. L’intenzione, ora, è quella di ricostruire. La base di partenza c’è, con una formazione Primavera terza nel suo girone nazionale che promette bene, e un settore giovanile florido. Sono già stati annunciati gli Open Day per il reclutamento delle nuove leve Under 15 e Under 17. In serie C poi non serve un allenatore con licenza Uefa Pro come invece è obbligatorio in B, per cui si punterà su Pierpaolo Casu, cresciuto insieme alla sua Primavera. Un gruppo di una ventina di calciatrici nel quale verranno inserite quelle che accetteranno di restare a Sassari anche dopo il salto (in basso) di categoria. E si ripartirà.

Lontani i tempi degli scudetti, dal primo nel 1993-1994 con Carolina Morace fino agli altri sei, per il record nazionale di sette tricolori ai quali vanno aggiunte sette Supercoppe italiane e 8 coppe Italia. Tutte conquistate con una rosa fortemente autoctona nella quale via via venivano inserite campionesse come Milena Bertolini, Angeles Parejo, Rita Guarino. Ma le sassaresi in quel gruppo erano tutte da Nazionale ed è dalle sassaresi che si vuole ripartire, con un programma triennale fondato sulla prosecuzione dell’attività giovanile e sulla crescita della prima squadra. Facendo il passo lungo quanto la gamba, per andare lontano.

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