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Gigi Riva dopo 50 anni resta il re dei cannonieri azzurri

di Enrico Gaviano
Gigi Riva dopo 50 anni resta il re dei cannonieri azzurri

Nessuno come Rombo di Tuono, il suo record di 35 reti rimane ancora imbattuto

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Cagliari Mezzo secolo in vetta alla classifica dei cannonieri della Nazionale. Gigi Riva festeggia domani l’anniversario del suo ultimo gol azzurro. Un gol importante quello firmato il 20 ottobre del 1973 nel 2-0 alla Svizzera all’Olimpico di Roma, vittoria che ha trascinato gli azzurri al Mondiale tedesco. Un gol che rivisto oggi dà ancora l’idea della potenza di Riva: a una decina di mnuti dalla fine cross dalla bandierina di Causio, lui stacca imperioso di testa e segna. Oggi Riva sorride all’idea del record che resiste da mezzo secolo. «Magari - dice - all’epoca non pensavo che sarebbe durato così tanto, ma di certo non posso negare che vivo con soddisfazione e orgoglio questo traguardo». E come al solito, quando gli si chiede qual è il gol più bello lui li accomuna tutti. Sono oltre 200 con la maglia del Cagliari fra campionato, coppe Italia e coppe europee, e i 35 nell’Italia.

“Ma - sottolinea - tutti quei gol mi hanno dato delle grandi soddisfazioni e li ho salutati sempre al mio modo, scaricando la tensione della partita. Ovviamente nella mia carriera lo scudetto e alcune partite in azzurro restano in cima alle mie preferenze”. Mezzo secolo al vertice dei bomber azzurri. Prova a dare una spiegazione di questo fenomenale record Roberto Boninsegna, per tre stagioni in coppia con il bomber in rossoblù e poi in tandem d’attacco nel mondiale di Mexico ‘70. “Quei gol Gigi se li è meritati tutti. Era travolgente e sempre pronto a impegnarsi al massimo. Credo che il primato derivi da questa fantastica media fra gol segnati e partite disputate, davvero spaventosa".

Riva-Boninsegna una coppia che ha fatto sognare i tifosi del Cagliari e poi quella della Nazionale. “Devo dire - aggiunge Bonimba - che non era facile giocare con lui. Quando partiva non si curava dei compagni smarcati. Io gli dicevo: Gigi, guarda che ero solo. E lui rispondeva: scusa, non ti ho visto. Alla fine gli ho detto che lo avrei portato dall’oculista. Comunque è stato un grande compagno e mi rimane il rammarico di non aver vinto con lui lo scudetto del 68-69. Ma devo anche ringraziarlo per il gol nel finale contro il Brasile. Fece un saltello per evitare di ostacolarmi e così segnai”.

La carriera di Riva azzurro comincia nel 1965, ancora ventenne gioca il secondo tempo di Ungheria-Italia il 27 giugno. A marzo nuovamente in campo contro la Francia. Ma Edmondo Fabbri lo porta in Inghilterra ai mondiali solo come turista. L’avventura si concluderà con la debacle contro la Corea del Nord. Che Fabbri avesse sbagliato a non farlo giocare, Riva lo dimostra presto. Ma prima c’è il primo tributo versato alla causa Azzurra: la frattura in uno scontro con il portiere del Portogallo. Nelle successive sette partite in Nazionale dopo il mondiale inglese fa 10 gol di fila senza mai restare a digiuno, a cominciare dalla tripletta a Cosenza contro Cipro. Fra queste reti, anche quella che apre la finale bis degli Europei vinta 2-0.

Nelle successive partite doppietta in Germania Est. Poi altri sette gol in 4 gare compresi la tripletta al Galles e la rete a volo d’angelo a Napoli contro la Germania Est che valgono la qualificazione ai mondiali messicani. Riva a Mexico ‘70 è attesissimo. Ma il bomber si inceppa nelle prime tre gare, in cui comunque la squadra guadagna dopo decenni la qualificazione al secondo turno. Qui Riva si rifà segnando due reti ai padroni di casa e poi il terzo gol della magnifica semifinale contro la Germania, la partita del secolo, conclusa 4-3. Riva a Mondiale concluso ha una media stratosferica in azzurro: 22 partite e 22 reti. Ma il diavolo mette lo zampino in questa straordinaria galoppata. Alla seconda gara dopo il Mondiale arriva la frattura causata dal duro intervento dell’austriaco Hof a Vienna. È un colpo tremendo per l’Italia e il Cagliari , già lanciato in testa alla classifica. Riva però continua dopo il rientro a dare il suo contributo, sino al gol contro la Svizzera. Giocherà le ultime due partite in azzurro al mondiale tedesco contro Haiti e Argentina il 15 e il 19 giugno del 1974.

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