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Il presidente Stefano Udassi: «La Torres punta ai piani alti ma serve umiltà»

di Roberto Muretto

	Il presidente della Torres Stefano Udassi e la squadra che festeggia 
Il presidente della Torres Stefano Udassi e la squadra che festeggia 

L’ex calciatore e allenatore parla del futuro della squadra: «Niente proclami, il lavoro paga sempre»

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Sassari Dopo oltre due mesi di silenzio, il presidente della Torres ha fatto risentire la sua voce. Stefano Udassi si è calato alla perfezione in un ruolo che richiede aplomb, equilibrio, saper centellinare le parole. In sintesi usare la carota e anche il bastone se è necessario. Lui è uno presente nella vita societaria, lo è h24. Segue gli allenamenti, svolge il suo lavoro senza invadere il campo degli altri. Essendo un ex calciatore ed ex allenatore, ha competenze tecniche e conoscenze della materia, ma non interferisce mai sul lavoro dell’area tecnica, con la quale comunque si confronta ogni giorno. Inizia una nuova stagione (lunedì 26 agosto la Torres esordirà in campionato in casa contro la Vis Pesaro) e Udassi racconta come la sta vivendo.

Lo sa che ci sono grandi aspettative da parte della tifoseria?

«Questo per me è positivo. Normale che ci siano, mi preoccuperebbe il contrario. C'è curiosità. Inizia il campionato e l’interesse aumenta man mano che si avvicina la data. Vuol dire che c'è passione e voglia di cominciare tutti insieme un nuovo percorso».

Che squadra pensate di aver costruito?

«Intanto c'è già un'identità precisa, con giocatori che si conoscono. Non ci sono stati grandi stravolgimenti. Nel gruppo sono entrati alcuni nuovi giocatori sui quali abbiamo ragionato con l’area tecnica. Si tratta di innesti importanti».

Il vostro mercato è da considerare chiuso?

«No. Il direttore sportivo in sintonia col mister, lavorano. Da qui alla fine qualcosa succederà. I tifosi devono avere fiducia in questo gruppo dirigente. L’entusiasmo c'è sempre, l'obiettivo è migliorare ogni anno, ma sempre con un occhio di riguardo al bilancio dell'azienda Torres. Noi dirigenti siamo i primi tifosi e ci piacerebbe vincere tutte le partite. Però non faremo mai passo più lungo della gamba. Piedi per terra le nostre parole d’ordine. Chi ci segue sa che non facciamo proclami, ci piace lavorare in silenzio».

Ma arriveranno altri giocatori a breve?

«Ho appena detto che lavoriamo in silenzio. Sentiamo la responsabilità di rappresentare la Torres che è simbolo della città. Abbiamo a cuore le sorti del club».

Il livello del girone B della serie C si è alzato?

«Non lo so, sulla carta sì, ma aspettiamo il campo. Ci sono tante squadre blasonate. Il raggruppamento livellato verso l'alto, con giocatori di spessore. Ascoli e Ternana sono retrocesse, vedo che si muovono. Il Perugia ha cambiato proprietà da poco, Spal ed Entella non stanno a guardare . Sarà un torneo bello e difficile. Noi vogliamo stare piani alti della classifica. I ragazzi sanno che è un anno importante, perché confermarsi sarebbe un bel segnale».

Si dice sempre: fare meglio dell'anno scorso, per voi cosa vuol dire?

«Non vuol dire solo sul campo. Significa per esempio anche strutturare meglio la società. Abbiamo fatto investimenti in altre area di lavoro, con competenze specifiche in vari settori».

Istituzioni, la Regione vi starà vicino?

«Ci stiamo lavorando, ci sono delle interlocuzioni e abbiamo constatato che c'è disponibilità al colloquio. Anche col Comune ci sono aperture, questo non può che farci piacere sapere che c'è disponibilità nei nostri confronti».

Stadio Vanni Sanna: che cosa c'è ancora da migliorare?

«È tutto legato ai discorsi in essere. Vediamo come evolvono i confronti che abbiamo fatto e che faremo anche più avanti».

Stefano, bella soddisfazione essere diventato consigliere di Lega Pro?

«Guardi, lo ritengo motivo di prestigio non personale ma per la Torres. Mai successo nella storia che un dirigente della società sassarese ricoprisse questo incarico. Sul piano personale mi ha fatto ricevere questa investitura. Ringrazio il presidente Matteo Marani e Governance della Lega, perchè hanno creduto in me. Io metterò a disposizione le mie idee con grande umiltà. Speri di poter dare un contributo alla crescita della serie C, campionato che rappresenta un trampolino di lancio per i campioni del futuro».

La serie B resta un vostro obiettivo?

«Niente proclami, ma tanto lavoro. Paga sempre».

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