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A tu per tu con il velocista

Filippo Tortu: «Agli Europei potevo vincere i 200 ma ho voluto strafare»

Filippo Tortu: «Agli Europei potevo vincere i 200 ma ho voluto strafare»

Il campione olimpico si racconta a “Stasera c’è Cattelan”: «Sono tornato a casa incazzato». L’infortunio nel 2014: «Ho esagerato con il tuffo finale»

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Torino «Sono tornato a casa incazzato dagli Europei, dove potevo vincere i 200 metri e sono arrivato secondo». Lo ha detto il campione Filippo Tortu ospite della nuova puntata di "Stasera c'è Cattelan - Supernova”, il vodcast e podcast disponibile sulle maggiori piattaforme di streaming e sul canale YouTube ufficiale di Alessandro Cattelan.

Nella corsa il più grande avversario di un atleta è il cronometro, ha raccontato il velocista: «Sai quando magari tu fai la gara migliore della tua vita e arrivi ultimo cos’è che ti puoi dire? Hai fatto il massimo... poi se naturalmente fai degli errori non la superi proprio alla grande». «Quale è stato il mio errore? Secondo me, cosa che non faccio spesso, ho peccato un po’, non dico di arroganza, ma sapevo di essere il favorito, perché nelle qualifiche ero andato meglio degli altri correndo facilmente - prosegue Tortu - ho voluto forzare e, a tutti i costi, raggiungere un obiettivo di tempo che mi ero prefissato. Non ho corso sciolto, pensavo al mio tempo, che poi ovviamente sapevo che era un tempo che mi avrebbe fatto vincere. Poi ho sbagliato due cose in curva, i 200 metri sono lunghi, e a 150 metri quando non ne hai più, non ne hai più… il giorno prima avevo corso benissimo, gara migliore della mia vita, il giorno dopo ho fatto la peggiore».

Filippo Tortu racconta anche di come si ruppe entrambe le braccia durante l’incidente avvenuto nel 2014 durante una gara di semifinale dei Giochi Olimpici Giovanili: «Eh sono passati 10 anni ma la cicatrice non va più via - commenta - mi hanno operato due volte, solo da una parte perché un braccio era messo peggio dell’altro. Com’è andata quella giornata? Quello in cui mi identifico dell’atletica è il tuffo finale, quando ti butti sul traguardo. - afferma Tortu - E io l’ho sempre fatto, poi nel 2014 l’ho fatto un po’ troppo, mi sono sbilanciato, ho messo giù le mani e spezzato entrambi radio e ulna, quattro fratture scomposte». «Poi da lì comiche - prosegue il campione olimpico raccontando i soccorsi sul posto - Ero a Nanchino in Cina, e arrivano gli infermieri e mi mettono sulla barella prendendomi per le braccia. Poi mi portano nella sala medica e saranno stati in 15, nessuno che parlasse inglese, e in 15 mi guardavano le gambe, perché ovviamente tu corri e ti sarai fatto male alle gambe. E non potevo neanche indicare con un braccio l’altro perché ero tipo una mummia sdraiata», dice Tortu tra le risate di Alessandro Cattelan e gli autori di Supernova.

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