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Anche il Cagliari calcio all’evento “We Can Play Futsal”

Anche il Cagliari calcio all’evento “We Can Play Futsal”

I temi dell’ inclusione e del rispetto nella disciplina sportiva al centro dell’iniziativa promossa dalla Ssd Mediterranea

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Cagliari  Il Palazzetto dello Sport del CUS Cagliari ha ospitato la giornata conclusiva del progetto “We Can Play Futsal”, un’iniziativa promossa dalla SSD Mediterranea Cagliari e dal Cagliari Calcio, in collaborazione con l’associazione Donna Ceteris, la Fondazione Carlo Enrico Giulini e con il supporto dei partner Gruppo Grendi e Saras. L’evento ha coinvolto oltre 300 studenti delle scuole superiori cagliaritane, con l’obiettivo di promuovere l’educazione motoria, il rispetto e l’inclusione attraverso lo sport. Alla giornata, che ha visto la partecipazione di oltre 250 ragazzi e ragazze, hanno preso parte diverse autorità locali, tra cui gli assessori comunali Giulia Andreozzi e Giuseppe Macciotta, rappresentanti della Commissione Pari Opportunità e dell’Associazione Donna Ceteris. Presenti anche atleti del Cagliari Calcio, tra cui il portiere della Prima Squadra Alen Sherri, il capitano della Primavera Alessandro Vinciguerra e le giocatrici del Cagliari Calcio a 5 Femminile.Corrado Melis, presidente della SSD Mediterranea Cagliari, ha sottolineato l’importanza dello sport come strumento per combattere le discriminazioni e ha ringraziato tutti i partner e i partecipanti per il successo del progetto, giunto al suo quarto anno. Durante l’evento Alen Sherri  ha incoraggiato i ragazzi a credere nei propri sogni, e Anthea Polloni, portiera della Nazionale italiana di calcio a 5, che ha condiviso il suo percorso di crescita sportiva e personale. Alessandro Vinciguerra e Antonia Giugliano, rispettivamente attaccante della Primavera e centrocampista del Cagliari Calcio a 5 Femminile, hanno raccontato le loro esperienze di vita e sport, invitando i giovani a superare le paure e a credere nelle proprie capacità. A chiudere la giornata è stata la campionessa di mezzofondo Najla Aqdeir, che ha condiviso la sua storia di riscatto attraverso lo sport, fuggendo da un matrimonio forzato in Libia per diventare un’atleta di livello internazionale.

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